FIRENZE- Una ricerca che pone le condizioni per l'istituzione di un vero e proprio "Distretto della pesca" lungo le coste della Toscana, premessa importante per il rilancio di un settore che negli ultimi anni ha vissuto una situazione molto difficile, per l'impoverimento delle risorse e la dura concorrenza di realtà molto più competitive. E' questo, in estrema sintesi, il senso dell'intervento fatto dall'assessore all'agricoltura e alla pesca, Tito Barbini, che questa mattina, a Castiglione della Pescaia, ha partecipato alla presentazione dei risultati di un lavoro di indagine condotto dal Centro di Sviluppo Ittico Toscano in collaborazione con l'Arsia.
"Conoscenze - ha spiegato l'assessore - che ci permetteranno di impostare le politiche future di sviluppo del settore e di razionalizzazione del prelievo. Oggi sappiamo di più sulla situazione delle risorse ittiche nei nostri mari, ma anche sulla possibilità di valorizzare i nostri prodotti attraverso l'introduzione di marchi di qualità. Più complessivamente da tutto questo emergono con forza le possibilità offerte dall'istituzione di un Distretto. Quest'ultimo, tra l'altro, potrebbe definire le regole di prelievo intese come tempi, areali ed attrezzature da utilizzare per le diverse tipologie di pesca.
Potrebbe consentire di attivare efficienti sistemi di controllo sulle attività di pesca e di monitoraggio dello stato delle risorse e dell'intero sistema produttivo, in modo da esaltarne i punti di forza e superarne i punti di debolezza. Tutto questo - ha ricordato ancora Barbini - ovviamente in accordo con le categorie professionali. Oggi più che mai siamo convinti della necessità di avviare un processo di autoregolamentazione del prelievo".
La Regione intende comunque dedicare una particolare attenzione alle esigenze del settore.
Per questo sta lavorando ad una legge regionale di sostegno al comparto. "Una legge - ha sottolineato l'assessore - che dovrà basarsi sui fondamentali principi della sostenibilità e della qualità che connotano ormai l'intero sistema agroalimentare toscano".
Tra gli altri punti toccati da Barbini nel suo intervento, l'esigenza di lavorare al miglioramento delle tecnologie produttive dell'acquacoltura - "è necessario identificare ambienti meno sensibili di quelli in cui le imprese stanno operando e ridurre ulteriormente i problemi produttivi ed ambientali di quelle già allocate" - ma anche l'esigenza di avviare interventi in grado di promuovere l'innovazione tecnologica, di adeguare la portualità peschereccia, di assicurare una maggiore sicurezza nel lavoro.