“Figlio Deliro” da Dante Alighieri all’ex-chiesa di S.Carlo dei Barnabiti lunedì 11 marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2002 23:44
“Figlio Deliro” da Dante Alighieri all’ex-chiesa di  S.Carlo dei Barnabiti lunedì 11 marzo

Lunedì 11 marzo alle ore 21 il laboratorio di Chille de la balanza, in collaborazione con il Quartiere 1 del Comune di Firenze, presenta - nell’ex-chiesa di San Carlo dei Barnabiti in via S.Agostino 23 - la compagnia Teatri del vento in “Figlio Deliro”. Lo spettacolo è liberamente tratto dal Paradiso di Dante Alighieri; l’elaborazione dei testi è di Toni Garbini, la regia è firmata da Giovanni Delfino con la collaborazione artistica e le luci di Carlo Magnani.
Teatri del Vento è una giovane compagnia teatrale di La Spezia che così si autodefinisce: “una compagnia, un gruppo, un associazione, un assembramento di attori, cantanti, musicisti, scrittori, danzatori, pittori o più genericamente simpatizzanti per l’espressione e la creazione artistica a livello cosmico o più semplicemente interpersonale”.
In “Figlio Deliro” si parte da: “li occhi drizzò ver me con quel sembiante / che madre fa sovra figlio deliro”.

Lo sguardo materno di Beatrice nel primo canto del Paradiso accompagna lo stupore del poeta lungo il tragitto della sua illuminazione, ma l’esperienza divina che Dante sta compiendo non può essere comunicata se non denunciando i limiti degli stessi strumenti a disposizione per farlo: “trasumanar significar per verba non si poria…”
Le parole non bastano ed è proprio il delirio, evocato nei versi del Paradiso, a costituire l’altra faccia di questa mancata comunicazione. Nello spettacolo, il linguaggio dell’alienazione ovvero quello della sconfitta e della devianza è messo a confronto con la poesia del padre della letteratura italiana.

I frammenti di un discorso psicopatologico e le visioni del supremo poeta costituiscono la trama di questo lavoro che mette in scena contestualmente l’istituzione di una lingua e di una civiltà e le sue scorie inutilizzabili, unite da una stessa costitutiva impotenza. Gli attori, individui, pazienti incompresi acrobati professionisti di una scena delimitata tra la vita e gli angoli di un manicomio si aggirano, circolano, subiscono, riportano, scrutano, contemplano, declamano manifestando il Paradiso di un poeta e l’inferno di una patologica quanto artificiale solitudine….forti di una qualche viscerale complicità….alla ricerca informale di ritmi perduti.
Attualmente la compagnia Teatri del Vento è attiva con la stesura di un progetto di scambio internazionale con i paesi del terzo mondo e con la proposta di laboratori di interazione tra arte ed ambiente.
L’ingresso alla rappresentazione è con invito: per ritirarlo telefonare ai Chille allo 055/6236195 o inviare una e-mail a chille@ats.it

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