Incontro pubblico sulla TAV

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2002 07:18
Incontro pubblico sulla TAV

TAV: la più "grande" e devastante opera mai progettata in Italia. 900 chilometri di linee ferroviarie a 300 all'ora da Torino a Venezia, da Milano a Firenze, da Roma a Napoli. 140 chilometri di gallerie, 400 tra ponti e viadotti, 5.000 operai al lavoro. Definita nel 1991 per un totale di 26.000 miliardi, la spesa complessiva arriverà probabilmente a oltre 140.000 miliardi. Disastri su tutti i fronti: finanziario, ambientale, ingegneristico.
Nel pressoché totale silenzio dei media e senza interventi da parte delle istituzioni, dal 1996 tremila operai impegnati nella tratta più difficile, la Firenze-Bologna, subiscono condizioni di lavoro inaccettabili:
straordinari legalizzati: turni lavorativi anche di 48 ore alla settimana a ciclo continuo, e quindi persino 6 notti consecutive in galleria;
squadre ridotte all'osso;
scarsa sicurezza nei cantieri;
inquinamento da gas di scarico, insufficienza di ventilazione, rumore, ossidi di carbonio, grisù e polveri di silice.


Tantissimi infortuni, tre morti.
Nella civile Toscana si consuma oggi nel disinteresse delle giunte "rosse" e dei sindacati confederali un dramma che richiama le condizioni di lavoro e di sfruttamento degli anni Cinquanta.
Oggi alle 16:30 incontro del Collettivo Politico Scienze Politiche [Via Laura 48 – Firenze].
Intervengono: Pietro Mirabelli, minatore, delegato RSU e RSL presso i cantieri dell'Alta Velocità nel Mugello, e Girolamo Dell'Olio di IDRA, Associazione di Volontariato per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale.

Nel decreto del Ministero dell’Ambiente che definisce i componenti dell’Osservatorio Ambientale per il nodo ferroviario TAV di Firenze si legge che il componente designato dalla Regione Toscana è lo stesso arch.

Moreno Mugelli che, nella veste di presidente del Nucleo di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione, ha approvato (pur con prescrizioni e raccomandazioni) il preoccupante progetto Italferr SpA di sottoattraversamento TAV di Firenze. Già in occasione della cantierizzazione della tratta ferroviaria TAV Bologna-Firenze, a esercitare il doppio ruolo di dirigente-approvante e di dirigente-osservante era stato l’attuale assessore alle Grandi Infrastrutture del Comune di Firenze, l’arch. Gianni Biagi, coi risultati che conosciamo: i progetti approvati hanno fatto acqua (e non solo metaforicamente) da tutte le parti, mentre l’Osservatorio Ambientale ha potuto sostanzialmente solo rincorrere e certificare i danni ambientali irreversibili causati da quei pessimi progetti, ignorando talora persino i pre-allarmi tempestivamente lanciati dagli esperti locali.

Succederà lo stesso anche a Firenze?
Certo le cose non sono iniziate nel migliore dei modi. In città i cantieri TAV (Romito, piazza Vittorio Veneto, ponte alla Vittoria, ITI Leonardo da Vinci) sono stati aperti da parecchi mesi (oltre un anno fa davanti alla Fortezza Medicea da Basso), e stanno cambiando i connotati alla vivibilità di Firenze, con un Osservatorio che ha ancora da muovere i primi passi concreti, privo del supporto tecnico previsto all’art. 7 dell’accordo procedimentale firmato a Roma il 3 marzo ’99, in sede di chiusura della conferenza di servizi: fino a due settimane fa, e presumibilmente ancora oggi, la convenzione con le agenzie nazionale e toscana di protezione ambientale ANPA e ARPAT non risultava stipulata.
L’Associazione Idra lancia l’ennesimo allarme indirizzandolo direttamente al presidente della giunta regionale Claudio Martini, che dopo un primo incontro con l’associazione fiorentina e con Medicina Democratica lo scorso dicembre si è negato ai successivi approfondimenti promessi.

"Perché la Regione Toscana - scrive Idra a Martini - designa nella task force chiamata a vigilare sulla buona esecuzione di progetti molto discussi (170 edifici residenziali a rischio sulla verticale del tunnel, beni architettonici e artistici di grande pregio sottoattraversati, un’intera città sottoposta all’effetto-diga degli 8 km di doppia barriera sotterranea perpendicolare alle linee di flusso della falda) il dirigente dell’apparato tecnico (il Nucleo V.I.A.) che quei progetti li ha approvati? Non sarebbe invece preferibile che il ruolo di garanzia e di neutralità che compete al rango di "osservatore" venisse affidato piuttosto a esponenti tecnici indipendenti non coinvolti nelle decisioni assunte? I danni provocati dai progetti approvati e poi "osservati" dall’arch.

Gianni Biagi non hanno avuto proprio nulla da insegnare al momento in cui è in gioco la tutela della ‘capitale della cultura’?".
Al presidente della Regione Toscana l’associazione di volontariato fiorentina chiede di avvalersi delle prerogative conferitegli al punto 8 dell’art. 5 del citato accordo procedimentale, là dove si prevede che "ciascun membro dell’Osservatorio potrà essere sostituito con provvedimento del Ministro dell’Ambiente su indicazione del soggetto che lo ha designato".

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