La crisi della giunta di centrosinistra: dibattito acceso tra le forze politiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2002 19:38
La crisi della giunta di centrosinistra: dibattito acceso tra le forze politiche

"Alla crisi del governo cittadino c'e' un solo rimedio, le elezioni" E' quanto ha dichiarato il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi intervenendo oggi pomeriggio in Consiglio comunale. «Questa maggioranza - ha aggiunto Toccafondi - è perennemente in crisi. In trenta mesi di governo ci sono stati sette nuovi assessori, 6 sono stati allontanati, 5 sono stati i cambi di deleghe. Questa crisi assomiglia sempre più ad una sceneggiatura da "soap opera" che come tutti sanno ha sempre bisogno di nuovi personaggi.

Non sorprende quindi se in questi giorni si aggiunge un'ulteriore delirante puntata. Una crisi nata dalla necessità di trovare nuove poltrone da parte della Margherita sfociata in un vortice di bracci di ferro che ha comunque sempre un denominatore comune: le poltrone. Mi chiedo però con quale fine. Una maggioranza è in crisi, una crisi profonda e pesante, per un posto di assessore in più, ma questo posto in più farebbe cambiare la politica per la città? Credo di no visto che il programma di governo sottoscritto nel 1999 nessuno ha chiesto di modificarlo.

La crisi quindi non è per un particolare, si chiami assessorato o delega, ma è generale di coalizione. E' quindi venuta meno la fiducia nel Sindaco». «E allora se davvero crisi deve essere - ha concluso il capogruppo di Azione per Firenze - non si può più giocare con la città: occorre che qualcuno dica chiaramente che non ci sono più le condizioni politiche per cui questa maggioranza sia ancora in vita, e alla crisi di governo c'è solo un rimedio le elezioni».
«Oggi si conferma che il nostro giudizio era giusto: la crisi della giunta di centrosinistra è strutturale.

Ed il Sindaco oggi ha semplicemente comunicato un'operazione di riverniciatura di facciata che ha provocato solo divisioni ancora più profonde nella sua maggioranza. E d'altronde la crisi è stata aperta e chiusa solo su una questione di posti e non di contenuti». E' quanto ha dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri intervenendo oggi pomeriggio in Consiglio comunale. «Non c'è nessuna apertura - ha spiegato la Sgherri - o risposta rispetto a quanto è emerso anche dalle manifestazioni sociali di questi ultimi mesi: da quella di sabato scorso a Roma alle manifestazioni di Milano e Firenze, a quella del 25 marzo sull'articolo 18 indetta dalla Cgil.

I prossimi mesi sono comunque condannati al riemergere di tensioni, rancori e contraddizioni di questa maggioranza consiliare: è tutto acqua al mulino del centrodestra». «Non rispondiamo alla priorità di questo momento - ha concluso la capogruppo di Rifondazione Comunista - che è quella di ritrovare le ragioni fondanti della sinistra e costruire una grande opposizione al governo Berlusconi. Oggi la chiusura della crisi di Palazzo Vecchio non va in questa direzione».
«I veleni rifluiti prima, durante e dopo la crisi politica la dicono lunga sullo stato di salute di questo centrosinistra fiorentino.

E' quello che è più preoccupante alla vigilia di grandi trasformazioni che attendono la città». Il giudizio è dei consiglieri del gruppo di Forza Italia. «Stiamo assistendo ad una pericolosa involuzione degli stessi metodi della politica - hanno aggiunto - il Sindaco, una volta che la Margherita si era incamminata in una spregiudicata avventura in cerca di spazi, è andato a pescare il nuovo Vicesindaco nella minoranza della stessa, comportandosi quasi come un commissario straordinario. Giuseppe Matulli sembra infatti in giunta quasi a titolo personale, dopo aver lasciato, altro fatto inedito, la poltrona di Sindaco di Marradi.

Sarebbe un po' come se Domenici lasciasse Firenze per andare a fare il Vicesindaco di Veltroni a Roma: dopo quello che è avvenuto a Firenze almeno ci vengano risparmiate altre prediche sul rigore istituzionale».
"Sono molto soddisfatto di come si è conclusa questa vicenda, con la riorganizzazione e il rafforzamento della giunta comunale fiorentina. E' un risultato positivo non tanto per me, quanto per la città e per i cittadini". Con queste parole il sindaco di Firenze ha aperto il suo intervento in consiglio comunale, a conclusione del dibattito sugli avvenimento che hanno portato alla nomina dei nuovi assessori.

A chi aveva parlato di uno "svuotamento" del ruolo del consiglio comunale, il sindaco ha ribadito che questa era la terza seduta consecutiva in cui si affrontavano temi di tipo politico "ed auspico - ha aggiunto - che si torni al più presto a discutere anche dei problemi concreti della città". Domenici ha poi ricordato che dall'inizio della legislatura sono stati cinque i consiglieri chiamati a fare gli assessori: "Ma quando si supera la metà del mandato - ha precisato - è necessario salvaguardare la stabilità del consiglio comunale; ed anche per questo credo sia giusto scegliere gli assessori, senza fare necessariamente riferimento al consiglio.

Anzi, credo che non sarebbe sbagliato introdurre il principio di incompatibilità fra la carica di assessore e quella di consigliere, anche tenendo conto che questo sistema si basa sul principio del bilanciamento dei poteri fra sindaco e consiglio comunale, in una logica di indipendenza del consiglio". Domenici ha poi ricordato la lettera scritta il 14 febbraio scorso, dopo una riunione con i capigruppo della maggioranza, ai quali aveva proposto un metodo di lavoro "istituzionalmente corretto e trasparente, con l'obiettivo, chiaro e condiviso, del consolidamento e lo sviluppo dell'azione della giunta comunale".

"Avevo chiesto di 'cooperare per avanzare proposte, che fossero preferibilmente espressione della società civile'; avevo sottolineato 'la possibilità che queste proposte arrivassero da diverse forze politiche'; avevo indicato 'la opportunità di una riorganizzazione delle deleghe, che tenesse conto degli obiettivi più importanti da raggiungere per l'amministrazione comunale'. Bene, questo è stato fatto, questo percorso è stato rispettato. Sono entrati tre nuovi assessori, due dei quali provenienti dalla cosiddetta 'società civile', e ringrazio le forze politiche che li hanno segnalati".

Riguardo a Giuseppe Matulli, il sindaco ha aggiunto che "potrà portare un grande contributo di merito e politico"; mentre ha ringraziato Graziano Cioni per "l'alto senso di responsabilità istituzionale dimostrato in questa vicenda". "Non dobbiamo concepire il ruolo degli assessori come 'asserviti' al sindaco - ha detto ancora Domenici - ma una cosa deve essere chiara: chi sta in giunta deve sentirsi prima di tutto al servizio della città. Questo viene prima di tutto, prima di qualsiasi appartenenza politica.

Ed è questa consapevolezza che mi ha portato a ragionare e a tenere questa linea: come sindaco e come uomo delle istituzioni".

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