PINOCCHIO al teatro Rifredi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2002 12:33
PINOCCHIO al teatro Rifredi

Domenica dedicata ai bambini al teatro Rifredi. Nell'ambito della rassegna "Firenze ragazzi a teatro" il T.P.O (Teatro di Piazza o d’Occasione)presenta PINOCCHIO, regia Francesco Gandi con Lucia Cappelli, Massimiliano Paggetti, Pasquale Scalzi, Gianni Nigro costumi e oggetti di scena Roberta Socci.
AMPIO E SIMULTANEO USO DI LINGUAGGI, DA QUELLI CLASSICI A QUELLI DIGITALI (IMMAGINI, PAROLE, SUONI, MOVIMENTO, VOCE, VIDEO E COMPUTER GRAPHIC) PER RACCONTARE LA STORIA DEL BURATTINO DI LEGNO CHE DA PIU’ DI CENTO ANNI CONTINUA AD APPASSIONARE GRANDI E PICCINI.


Gli autori, leggendo per l'ennesima volta la storia del burattino, si sono lasciati attrarre dalle grandi qualità di questo testo. Dal linguaggio incisivo e divertente, dal personaggio Pinocchio, fantastico e stupefacente fino dal momento in cui viene al mondo e attraente per come, fin da subito,acquista autonomia e determinazione. Si sono lasciati coinvolgere ancora una volta dalla costruzione di situazioni paradossali e comiche che l'autore, Carlo Lorenzini, risolve sempre in forma imprevedibile.

Ma la più grande qualità riscontrabile in Pinocchio, sia sul piano della struttura, del linguaggio e dei personaggi è essenzialmente la sua natura teatrale. Da questo deriva la straordinaria vitalità che ce lo rende caro anche a distanza di più di cento anni dalla sua nascita. Una vitalità surreale ed allo stesso tempo concreta, sostenuta dal susseguirsi di rocambolesche disgrazie raccontate con i toni e le immagini di una fiaba ma allo stesso tempo riconoscibile perché vicina all'idea che noi stessi abbiamo della realtà che ci circonda con i suoi aspetti imprevedibili quanto probabili.

Il legame che si crea tra chi osserva il burattino di legno, sia esso lettore o spettatore e Pinocchio, induce tutti a immedesimarsi nelle avventure di questo personaggio scapestrato e cocciuto, consapevoli che anche noi in quelle stesse situazioni avremmo probabilmente sbagliato come lui. Presupposto della messinscena è stato quello di evitare ogni banalizzazione del testo, mantenere la vena ironica, lo sberleffo e una buona dose di stupore, nello sviluppo dell'azione scenica. I linguaggi del teatro di figura esplorati fino ad oggi nelle precedenti produzioni, trovano in Pinocchio l'opportunità di operare liberamente.

Personaggi ed ambienti diventano figure animate o attori collocati in ambienti grandi o piccoli in una continua trasformazione di dimensioni cercando di ricreare quel gioco di stupore così vivo nel testo originale.

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