Pena di morte: “Salvare Abok”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2002 17:21
Pena di morte: “Salvare Abok”

13 febbraio 2002 – Il Consiglio Provinciale di Firenze ha approvato all’unanimità una mozione presentata dal gruppo di Forza Italia con la quale si invita la Commissione Provinciale Pari Opportunità a promuovere iniziative per favorire una vasta mobilitazione volta a fare di tutto per scongiurare l’applicazione della sentenza di morte a Abok Alfa Akok.
Abok è una giovane cristiana del Sudan, di diciotto anni, condannata a morte per lapidazione in base alla legge islamica, la shari’a, perchè colpevole secondo l’accusa di essere rimasta incinta per un rapporto extramatrimoniale.

Il Consiglio ha invitato la Giunta Provinciale a sollecitare la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, di cui il Sudan è membro, a rafforzare il suo impegno per il caso di Abok, favorendo ogni attività in grado di impedire l’applicazione della sentenza. La giunta dovrà anche richiedere all’ONU un impegno per attivare una vera e propria campagna internazionale che faccia luce sulla situazione sudanese. Il Consiglio, infine, ha impegnato il Presidente della Provincia di Firenze ad adoperarsi, come già accaduto per la vicenda della giovane nigeriana Safiya Tungar Tudu, con tutte le iniziative possibili per impedire che la sentenza di morte sia eseguita.
La sentenza di morte è stata comminata ad Abok Alfa Akok nonostante il sospetto che la giovane donna abbia subito violenza; in secondo luogo la shari’a è stata applicata da un tribunale islamico alla ragazza che è una cristiana e che dunque non dovrebbe essere sottoposta alla legge islamica.

All’imputata, inoltre, non è stata data l’assistenza legale e il processo si è svolto in lingua araba, sconosciuta all’imputata a cui non è stato fornito nemmeno un servizio di traduzione.
“Questa sentenza ingiusta e crudele – si legge nella mozione - suscita orrore perché non tiene in considerazione alcuna il valore della vita ed i principi fondanti il rispetto dei diritti umani e civili e ripropone una concezione medievale della donna, intollerabile nel ventunesimo secolo.

Per salvare la vita a Abok Alfa Akok è necessario mobilitare in tutto il mondo individui, associazioni, organi di stampa, governo”.
In Sudan, “nel disinteresse della comunità mondiale”, si sta consumando una immane tragedia, “una guerra religiosa tra il nord arabo-musulmano ed il sud cristiano-animista, iniziata prima degli anni settanta e ripresa dopo una tregua nel 1983 che, secondo il rapporto annuale 2001 di Amnesty International, alla fine del 2000 è costata la vita quasi 2 milioni di persone e che è stata la causa dello sfollamento forzato di oltre 4.500.000 persone”.

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