La realtà del lavoro pratese vive da qualche anno un doppio processo: da una parte si assiste a una sorta di stabilizzazione produttiva e, dall'altra, emergono elementi di discontinuità, anche se spesso non presentano soltanto aspetti negativi. Gli indicatori economici segnalano una sostanziale ripresa del mercato del lavoro nella provincia rispetto al biennio '98-'99: gli occupati sono il 4,8% in più (siamo secondi solo a Livorno); il '99, infatti, aveva fatto registrare una crescita della disoccupazione (dal 7,5% all'8,2%).
Nel 2000 il tasso di disoccupazione è sceso al 5,3% tornando al di sotto della media regionale (6,2%) e gli occupati hanno raggiunto il 65,1% (+8% rispetto al dato regionale) confermando la salute del tessuto economico pratese. Nel 2001, infine, si registra un incremento del tasso di occupazione del 3,4% (al di sotto della media regionale) con un valore più basso rispetto ad altre province per quanto concerne le imprese al di sotto dei 50 dipendenti, ma con un +1,4% per quelle con più di 50 dipendenti.
In ripresa anche l'occupazione femminile dopo il biennio '98-'99, quando il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12% e quello dell'occupazione è passato dal 49,4 al 48,6%; nel 2000, invece, si assiste a una ripresa. Cambia anche il lavoro inteso nel senso tradizionale della parola: la manodopera di bassa specializzazione è in gran parte appannaggio di immigrati extracomunitari (dal Pakistan e dal sub-continente indiano), aumentano anche i lavori 'altri' rispetto al tessile, soprattutto la new economy, cresce anche la domanda di lavoratori atipici e parasubordinati: nel periodo giugno 2000-ottobre 2001 sono aumentati del 15%.
Una novità che crea problemi soprattutto a livello di tutela dei diritti; allo stesso modo della flessibilità degli orari di lavoro. Fra i problemi c'è anche quello della sicurezza: non siamo ai livelli di Cararra, Piombino o Livorno, ma i nodi da sciogliere sono tanti e riguardano il settore tessile ma anche l'edilizia (rumore; traumi agli arti, che rappresentano il 15% degli infortuni del distretto; sostanze nocive; microclima). In ogni caso gli infotuni sul lavoro denunciati sono in diminuzione: 6.017 nel '96, 4.850 nel 2000; e le malattie professionali pure: ne sono state denunciate 217 del '96 e sono diventate 119 del 2000.
Infine la comunità cinese, che può essere definita un distretto nel distretto: è possibile stimare in 12-14 mila i cinesi presenti sul territorio provinciale considerando residenti, permessi di soggiorno (nel 2000 ne sono stati rilasciati 15.052), minori e irregolari. Le imprese cinesi sono circa 1.200: l'84% di queste sono confezioni, il 6% svolgono attività di commercio, il 4% aziende tessili, il 2% attività di ristorazione e il 4% altro.
- Non si ferma il trend positivo degli arrivi e delle presenze turistiche nella provincia.
Anche nel mese di dicembre non solo risulta positivo il saldo complessivo, con una crescita che va dall’1,07% degli arrivi al 2,13% delle presenze, ma crescono particolarmente, confermando ancora una volta le tendenze degli ultimi mesi, le presenze degli stranieri e l’attività delle strutture extralberghiere.
“Ancora una volta una lettura dei dati forniti dalle rilevazioni dell’ufficio turismo della Provincia mettono in luce l’aumento del periodo di permanenza dei turisti nel territorio provinciale, confermando l’affermarsi del nostro territorio come luogo di vacanza e soggiorno” , commenta l’assessore al Turismo Alessandro Attucci.
I numeri, per il mese di dicembre 2001, parlano di 11.734 arrivi e di 29.950 presenze confermando l’ascesa anche rispetto al 2000, anno di eccezionale crescita per il turismo della provincia, mentre, nonostante abbiano registrato un lieve calo negli arrivi, si confermano in grande sviluppo le strutture agrituristiche, che registrano nelle presenze un +20,91%.
