Tassa sul panorama: polemica in Consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 gennaio 2002 14:23
Tassa sul panorama: polemica in Consiglio comunale

«Cosa ha comunicato il difensore civico alla giunta in merito alla tassa sul panorama?». La domanda è del capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi. «Il Comune - ha spiegato Toccafondi - fece scendere i minimi da pagare per l'indennità risarcitoria, la cosiddetta "tassa sul panorama", ma quello che veramente deve ancora fare è controllare le cartelle sui cui dati è calcolata l'indennità. A detta dei cittadini è lì si trovano i veri errori». «Nel 1985 circa 80.000 famiglie fiorentine - ha proseguito il capogruppo di Azione per Firenze - usufruendo di una possibilità loro data dal Governo con il condono, si autodenunciarono iniziando le pratiche.

Non bastano gli "sconti" effettuati dal Comune occorre punire solo coloro che il danno ambientale lo hanno commesso. Occorre quindi procedere con le perizie, come prevede l’apposito decreto ministeriale, per valutare se il danno ambientale c'è stato e chi lo ha commesso. Quello che il Comune deve fare è controllare le cartelle sui cui dati è calcolata l'indennità, e a detta dei cittadini, lì si trovano i veri errori denunciati sull'indennità risarcitoria». «Ma la volontà dell’amministrazione, come è già stato dimostrato, è un'altra - ha concluso l’esponente di centrodestra - la normativa, per esempio, afferma che occorre una perizia preventiva per valutare il danno ambientale arrecato.

Tale perizia non è mai stata effettuata perché la volontà del Comune non sembra essere quella di punire chi ha commesso un danno ambientale bensì quella di punire tutti coloro che hanno sanato un abuso con il condono, in molti casi in fase di costruzione e non di modifica. In breve sembra che si sia interpretata la norma in modo da aumentare le entrate del Comune più che punire chi realmente aveva commesso un danno ambientale. Per questo motivo è urgente una verifica di tutte le cartelle con apposite perizie, è necessaria una revisione della delibera ed è infine doverosa la restituzione dell'intera indennità richiesta a chi non ha commesso danno ambientale.

Per questo il Sindaco deve comunicare se vi sono stati interventi in merito del difensore civico e se questi sono oggetto di verifiche di delibere o decisioni di giunta».
Nessuna novità per quanto riguarda il condono ambientale. All’indomani della discussione di fronte al Tar (Tribunale amministrativo regionale) di cinque ricorsi presentati da alcuni cittadini contro l’indennità risarcitoria, l’assessore all’urbanistica Gianni Biagi ribadisce la posizione dell’Amministrazione Comunale.

“La questione è già stata discussa in tutte le sedi giurisdizionali e il Comune ha visto confermata la legittimità delle determinazioni con cui è stata applicata l’indennità risarcitoria peraltro prevista da una legge del 1939”. Infatti il Tar si era già occupato di questi ricorsi bocciando la richiesta in essi contenuta di sospensiva. Adesso il Tribunale amministrativo è chiamato a dire la sua sul merito della questione ossia sulla legittimità della normativa stessa, materia su cui si è già espresso il Consiglio di Stato in senso favorevole per il Comune.

“Vorrei ribadire che come amministrazione siamo obbligati ad applicare la normativa – spiega ancora l’assessore Biagi – che impone il pagamento dell’indennità risarcitoria per abusi edilizi realizzati in aree soggette al vincolo paesaggistico anche in assenza di danno ambientale. In caso contrario la Corte dei Conti potrebbe chiamarci in causa per danno erariale”. L’assessore Biagi fa anche alcune precisazioni su un articolo pubblicato su un giornale fiorentino. “Prima di tutto non è vero che il Comune di Firenze è l’unico ad aver applicato l’indennità risarcitoria.

Basta citare il Comune di Roma e tutti quelli dell’area fiorentina. In secondo luogo – aggiunge l’assessore Biagi – le riduzioni delle indennità sono state decise dal consiglio comunale e gli importi minimi non sono di 700mila lire ma di 300mila, importo peraltro inferiori agli stessi minimi previsti dalla normativa”. Un’altra precisazioni riguarda gli importi massimi che sono commisurati all’aumento della rendita catastale corrispondente alla gravità e all’entità dell’abuso edilizio.

In merito poi alla questione delle perizie utili a determinare l’indennità, rilanciata da una interrogazione dell’opposizione di centro destra, si conferma che il cittadino può farle ma che nessuno lo fa perché il costo della perizia redatta da professionisti è quasi sempre superiore al costo effettivo della sanzione.

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