Sabato 5 gennaio al Tenax sarà di scena Ralf

Redazione Nove da Firenze
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03 gennaio 2002 14:22
Sabato 5 gennaio al Tenax sarà di scena Ralf

Classe 1957 Ralf (al secolo Antonello Ferrari) si porta dietro questo nome d’arte – in realtà un soprannome, come tiene a precisare lo stesso artista - da quando era un ragazzino. Umbro di Bastia, Ralf continua a vivere a Capocavallo, anche se anima le serate delle discoteche più famose d’Europa. Tra i locali più importanti dove ha suonato spiccano il Ministry of Sound di Londra – la celebre Rulin Nite -, il Liquid di Miami, il Roxy di Amsterdaam, il Made In Italy di Ibiza e, ovviamente, il Tenax di Firenze.

Ralf collabora con la rivista Discoid dove recensisce vari dischi. Molto attivo anche come produttore: suona house e i suoi dischi si possono ascoltare in tutti i locali italiani che propongono questo genere di musica. Il suo messaggio al popolo della notte? “Non amo i messaggi – spiega RALF - specialmente quelli a… reti unificate, odio i luoghi comuni, gli arroganti, le malelingue, le Tod's, quelli che conoscono tutti. Amo la schiacciata alla cipolla, la bruschetta con l'olio buono, le tagliatelle con pomodoro e basilico.

Adoro il Portogallo e Milano mi mette l'ansia. non sopporto le "famigliuole" e Gigi Sabani, mi piace la gente schietta, detesto le comitive e quelli che parlano sempre di sé. Amo le donne, il mio letto e Capocavallo. Non mi piace dare e ricevere consigli. Vorrei sposare Anna Galliena (o Uma Thurman) e la musica mi ha salvato la vita”. Quando si dice avere le idee chiare. Resident Dj della serata, come di consueto, ALEX NERI, artista conosciuto e apprezzato dal pubblico del Tenax: un maestro della consolle che ha contribuito non poco al successo della serata Nobody’s Perfect.

In poco più di due anni, grazie anche alla sua personale versione dell’house, Firenze è diventata una delle capitali europee della cultura dance. Alex Neri è attivo anche come musicista: è una delle menti dell’ambizioso progetto Planet Funk, una proposta che ha superato di slancio tutta quella diffidenza che accompagnava le produzioni house italiane, ottenendo sin dall’esordio un grande successo internazionale.

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