La Conferenza regionale della pace

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2001 23:52
La Conferenza regionale della pace

FIRENZE- “In Toscana la cultura della pace non è un riferimento solo ideale – e già questo sarebbe importante – ma è esperienza concreta, lavoro quotidiano e costante. Per questo credo che il suo valore dovrà essere testimoniato a lettere sobrie, ma chiare nel nostro Statuto”. Questo uno dei passaggi più significativi dell’intervento con cui il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha concluso i lavori della Conferenza regionale sulla pace, tenutasi stamani presso l’auditorium di Promofirenze.
Davanti ad una foltissima platea di amministatori pubblici, docenti universitari, insegnanti, operatori del volontariato e delle Ong, Martini ha rilanciato in pieno il carattere della Toscana come terra del dialogo e dell’incontro, “un ruolo – ha sottolineato – che ci è oltretutto universalmente riconosciuto”.

La Conferenza regionale, ha proseguito Martini, si propone di dare ancora più forza a questa “concretezza della pace”. “I progetti di collaborazione e cooperazione che abbiamo avviato in questi anni, con il lavoro comune di istituzioni e associazionismo, hanno smentito – ha detto ancora Martini - le posizioni di coloro che vedono nel pacifismo un fenomeno magari nobile, ma incapace di agire concretamente, di modificare le situazioni: far sedere ad uno stesso tavolo palestinesi e israeliani, o rappresentanti di amministrazioni locali di tutti i paesi coinvolti nelle crisi balcaniche e farli lavore su progetti comuni, è un risultato concreto e tanti di questi piccoli fatti possono determinare cambiamenti importanti”.
Proprio in questo senso Martini ha spiegato il senso della scelta della Regione di fronte alla guerra in Afghanistan: “La sfida portata dal terrorismo pone anche al movimento pacifista il compito difficile di trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza della pace e la necessità di sconfiggere una minaccia tanto grave per il mondo intero.

Da parte nostra, abbiamo subito scelto la strada – ha detto Martini – di fare subito qualcosa di concreto, lanciando la campagna, che sta avendo un grande successo, per sostenere l’azione di Emergency a favore della popolazione civile afghana”. “Anche così – ha concluso il suo intervento Martini - si può mantenere alto l’impegno contro il terrorismo, lasciando tuttavia aperta la strada alla possibilità di una sospensione dei bombardamenti per organizzare corridoi umanitari, visto che con l’approssimarsi dell’inverno potrebbero determinarsi perdite altissime fra le popolazioni civili”.

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