A Pisa gli studenti prendono d’assalto la Facoltà di Informatica: 600 le matricole

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2001 07:19
A Pisa gli studenti prendono d’assalto la Facoltà di Informatica: 600 le matricole

PISA - “I centri di ricerca industriali paracadutati dall’esterno hanno fatto flop. Al contrario, tante piccole e medie imprese hi-tech sorte intorno all’Università di Pisa, nella cosiddetta Arno Valley, hanno avuto successo proprio perché inventate localmente, da neolaureati in informatica o con il contributo del mondo accademico. E’ un nuovo modello di sviluppo figlio di una nuova cultura imprenditoriale e di una maggiore attenzione dell’università verso il trasferimento tecnologico.

Tutto ciò porterà senza dubbio a ulteriori collaborazioni tra imprese e ateneo”.
Alla vigilia dell’anno accademico 2001-2002, mentre sul Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa si riversa una nuova ondata di iscrizioni (oltre 600 le matricole fino a questo momento), il direttore Franco Turini disegna con soddisfazione uno scenario virtuoso che emerge dai bilanci stessi delle attività di questi anni.
“In novembre”, ricorda il professor Turini, “il Dipartimento d’informatica dell’Università di Pisa parteciperà da protagonista a it.PMI, la mostra che Carrara dedica all’innovazione tecnologica per la piccola impresa.

Sarà cioè al fianco delle aziende produttive e dei servizi in un settore strategico com’è ormai quello della information technology. Anche questa iniziativa fa parte di un modo nuovo di concepire la funzione dell’università, non più torre d’avorio del pensiero astratto, bensì parte viva e operante del contesto produttivo e dunque interlocutore attento del mondo economico. Questo spiega perché i nostri studenti ricevano in media dieci offerte a testa, e perché l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro sia pari al 100%.

Quest’anno il mio Dipartimento ha laureato 200 ragazzi e ne ha immatricolati 482, il doppio del ’94, registrando un’impennata clamorosa per i diplomi universitari (247 contro 29)”.
I diplomi, o lauree brevi hanno come noto il pregio di soddisfare sia la crescente richiesta di tecnici di livello universitario, sia il desiderio di molti ragazzi di trovare in tempi brevi professioni qualificate. Il valore di questo attestato è peraltro aumentato sensibilmente da quando ha preso il via un intenso programma di stage presso imprese ed enti, secondo la recente riforma universitaria.
In Toscana il rapporto tra Dipartimento di Informatica e aziende si è notevolmente intensificato e consolidato anche grazie alla partecipazione al progetto Campus (Corsi Avanzati Mirati alla Preparazione Universitaria per Sbocchi lavorativi).

Progetto diretto e coordinato dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) in collaborazione con Confindustria, UnionCamere, ENEA, Regioni e Sindacati.
“Dal ’95”, spiega Turini, “Campus ha coinvolto 32 Atenei del centro/nord Italia, più di 90 diplomi, circa 30.000 studenti e 350 operatori all’anno per un costo complessivo di quasi 150 miliardi. In questo quadro, a Pisa abbiamo stipulato oltre 100 accordi con aziende ed enti del territorio per consentire agli studenti del diploma universitario di concludere gli studi con uno stage”.
Ma i rapporti con il mondo del lavoro non si limitano agli stage.

Grazie alle nuove norme, la collaborazione può ora allargarsi al terreno della ricerca, mentre gli atenei hanno l’opportunità di colmare i vuoti negli organici chiamando a insegnare imprenditori e manager. Diventa dunque possibile ipotizzare progetti congiunti senza il vincolo di particolari forme associative. E la stessa creazione di nuove attività o imprese miste università-imprenditoria locale non è più utopia.
“Se siamo riusciti a dar vita all’Arno Valley in un contesto normativo sfavorevole, oggi che le leggi ci aiutano possiamo davvero fare assai di più”, commenta il professor Turini, “Il know how lo abbiamo e le intelligenze pure.

Dal mio dipartimento sono del resto passati fior di studenti e di docenti capaci di creare, qui a Pisa, aziende di grande successo. Basti ricordare la List che dopo aver automatizzato la borsa italiana ha venduto software innovativi alle stesse borse di Londra e di New York. O l’Aleph, veri maghi dei sistemi operativi e dei protocolli di comunicazione. Senza dimenticare la più giovane, Ideare, diventata famosa grazie a una serie di innovazioni sui motori di ricerca”.

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