La grande distribuzione commerciale fra pianificazione territoriale e programmazione economica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2001 08:23
La grande distribuzione commerciale fra pianificazione territoriale e programmazione economica

Il sistema della distribuzione commerciale garantisce in forma diretta il 27 % del dell’occupazione totale e rappresenta oltre 1/3 di tutte le aziende del territorio regionale. Questi due dati mostrano con chiarezza il peso e l’importanza economica e sociale delle attività commerciali toscane. Nella nostra regione le imprese della grande distribuzione operano con 500 punti vendita, che garantiscono circa 20.000 posti di lavoro. Questi i dati esposti dall’assessore al commercio Susanna Cenni nel corso del Forum su “La grande distribuzione commerciale fra pianificazione territoriale e programmazione economica” svoltosi ieri a Prato.
Nel decennio 1990-2000 la grande distribuzione commerciale ha registrato in tutta Europa processi di sviluppo e di evoluzione che hanno inciso fortemente sull’assetto e sulle prospettive dell’intero sistema distributivo.

La Regione, nell’ambito delle attività di monitoraggio e di ricerca dell’Osservatorio regionale sul commercio, ha avviato uno studio comparato sui cambiamenti strutturali che hanno interessato il sistema distributivo toscano nell’ultimo decennio. Alla ricerca (che verrà presentata alla Conferenza regionale) collaborano esperti della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze e dell’Università Bocconi di Milano.
Nel corso degli anni ‘90 la rete distributiva della Toscana ha seguito nelle linee generali un processo evolutivo che conferma le tendenze di sviluppo registrate a livello nazionale.

La crescita ha interessato tutte le forme di vendita riconducibili alle tipologie di grandi superfici, con punte significative sia per i supermercati che per gli ipermercati. Rispetto alla media nazionale, gli ipermercati della Toscana hanno una minore ampiezza media, ma la loro dimensione cresce ad un ritmo superiore, quasi il 45% tra il 1991 ed il 1999, rispetto al +29% registrato nello stesso periodo in Italia. La tipologia che durante gli anni novanta ha conosciuto il più veloce ritmo di sviluppo è stata quella dei supermercati, il cui numero è più che raddoppiato, passando da 198 a 400 unità.

Di fronte a questo aumento delle grandi superfici di vendita l’incremento dei consumi, nel corso degli anni novanta, ha presentato variazioni di modesta entità. Nel comparto non alimentare va segnalato l’aumento numerico dei grandi magazzini, passati da 52 a 69 unità, con un incremento quindi di poco inferiore al 33%, accompagnato da una elevata espansione in termini dimensionali. Tale evoluzione avvicina il valore dell’indice che esprime la dimensione media di questa tipologia di punti vendita in Toscana, a quello relativo alla media nazionale.

Nel complesso in Toscana il supermercato rappresenta la forma distributiva di maggiore peso, sia in termini numerici che per estensione della superficie di vendita offerta. Il dato emerso può essere letto come il frutto di una evoluzione. Questa tipologia di vendita offre ormai molti dei vantaggi che si possono avere negli ipermercati, grazie alla maggiore integrazione realizzata con il non food e, anche grazie alla sua presenza diffusa nel territorio, ha rappresentato un formato sempre più apprezzato dai consumatori della regione nel corso del decennio.
Il numero dei centri commerciali al dettaglio è cresciuto, dal 1995 al 1999, passando da 11 a 31 unità.

Sono cresciute anche le superfici complessive occupate da queste strutture. Il maggior numero di centri commerciali è presente nelle province di Arezzo (8) seguita da Firenze (5), Livorno (5), Siena (4), Lucca (2), Massa (2), Pisa (2) e Pistoia (2). Nonostante la maggior presenza di centri commerciali ad Arezzo, Firenze presenta una più ampia superficie complessiva. All’estremo opposto si colloca Grosseto, con un solo centro commerciale. Questi dati fotografano la situazione del sistema commerciale realizzato e operante in Toscana nel decennio 1990-2000.

Occorre aggiungere a questi elementi il quadro delle nuove iniziative, cioè delle grandi strutture commerciali che in questi anni sono state autorizzate e che non sono ancora entrate in funzione, ma che renderanno operanti le proprie attività di vendita entro il prossimo biennio: possiamo dire che si tratta di superfici di grande distribuzione per un complesso di circa 95.000 metri quadrati, localizzate quasi interamente nelle aree metropolitane, con netta prevalenza delle province di Firenze, Prato e Livorno.
Osservando il panorama territoriale di diffusione della grande distribuzione in Toscana si notano forti divari di evoluzione e di sviluppo nelle diverse aree della regione ed evidenti addensamenti nelle zone più popolate e più dotate di flussi turistici e di infrastrutture viarie.
Una particolare concentrazione di grandi strutture di vendita si registra nella piana di Firenze con numerose localizzazioni nel territorio dei Comuni di Calenzano, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino: in tutto circa 60.000 metri quadrati di strutture di vendita già esistenti e 44.000 di nuove iniziative programmate.

Su questa area si è ritenuto opportuno soffermare l’attenzione e lo studio dell’Osservatorio regionale sul commercio, con una ricerca specifica in collaborazione tra Regione, Università ed enti locali interessati.
“Parlare di grande distribuzione oggi, in Toscana, non può prescindere dal discutere del nodo politico più stringente, ossia l’elaborazione di un nuovo modello di programmazione per gli insediamenti commerciali”. Ha detto l’assessore al commercio Susanna Cenni. La giunta sta lavorando a definire un nuovo modello di programmazione per gli insediamenti commerciali che superi la fase di prima applicazione della legge, scaturita dalla riforma Bersani, che la Regione si è data nel 1999.

“In questa prima fase - ricorda l’assessore - la Regione aveva pensato ad un approccio graduale, che prevedesse una fase di consolidamento degli equilibri esistenti, preferendo che lo sviluppo della grande distribuzione proseguisse lungo i percorsi già tracciati e consentendo alla distribuzione tradizionale di avere tempo per riqualificarsi”. Cosa è successo in questi tre anni? Accanto ad autorizzazioni di nuove grandi strutture, si sono avuti 27 progetti di miglioramento della rete distributiva presentati dai Comuni e co-finanziati dalla Regione, tutti mirati a rivitalizzare i centri storici e a ripristinare aree di commercio tradizionale, considerate come “centri commerciali naturali”.

“Sulla base di questi interventi di “protezione” delle zone considerate più fragili dal punto di vista commerciale, nel 1999 furono previsti 96.450 metri quadrati di espansione possibile di superficie di grande distribuzione per il triennio 1999-2001. Di questi solamente poco più della metà, cioè 48.657 metri quadrati, sono stati autorizzati”. Dal gennaio 2002, dunque, la fase di transizione sarà definitivamente chiusa e si dovrà partire con nuove regole. E’ anche questo il senso del forum e della ricerca di un confronto con gli operatori e con gli enti locali per dare una risposta equilibrata al problema.

Una ricerca che la Regione ha fatto svolgere dimostra come nella nostra regione vi sia una netta concentrazione di grande distribuzione nella sua fascia settentrionale, da est ad ovest, con localizzazioni nella fascia centro-orientale, mentre resta scoperto il centro-sud. Emblematica poi la situazione di aree come quella della piana di Sesto Fiorentino dove la presenza di grande distribuzione ha raggiunto livelli di saturazione. “Innanzitutto - spiega l’assessore Cenni - è indispensabile definire parametri e griglie di valutazione per la programmazione economica e la pianificazione territoriale degli insediamenti e delle grandi strutture di vendita.

L’obiettivo è quello di avere una distribuzione sul territorio toscano ben commisurata alla struttura e alle tendenze del mercato nelle diverse zone”. Su questo è intervenuto anche l’assessore all’urbanistica Riccardo Conti, che ha sottolineato la necessità di integrazione fra politiche del territorio e programmazione commerciale, annunciando, da parte della Regione, l’avvio di una riformadella normativa attraverso un testo unico che supererà le vecchie norme urbanistiche di tipo prescrittivo per dare spazio alla pianifucazione territoriale.

“L’attuazione e le politiche di localizzazione delle strutture commerciali dovranno quindi passare sempre di più dalla concertazione che includa forme di cooperazione fra pubblico e privato a livello locale”. Fra gli interventi quello dei segretari regionali di Confcommercio e Confesercenti, degli enti locali, delle Camere di commercio e delle principali aziende presenti sul territorio toscano. Per tutti l’appuntamento è al 19 e 20 novembre con la Conferenza regionale del turismo e del commercio.

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