E’ più di un miliardo il finanziamento erogato dal Comune per Enti e associazioni di natura economica. Fra questi il Centro Moda, il Promolavoro, il Centro studi turistici, la Scuola superiore di tecnologie industriali, la scuola di Scienze aziendali e l’associazione nazionale Città del Vino: sono definiti “enti associati” e svolgono tutte attività di studio, di formazione professionale e di documentazione nel campo delle arti, della moda, del costume e del turismo. Le quote date ogni anno dal Comune, vengono definite secondo i vari bilanci di previsione che i singoli enti allegano e in base all’attività che intendono svolgere.
Specificamente, per quest’anno i contributi sono i seguenti: circa 76 milioni per il Promolavoro, 200 milioni per la Scuola superiori di tecnologie industriali e 220 per la scuola di Scienze Aziendali, 32 per il Centro Moda , 4 milioni e mezzo all’associazione nazionale Città del Vino e 5 al Centro studi turistici. Per quanto riguarda il Polimoda, per l’anno accademico 2000 – 2001 il Comune ha stanziato 350 milioni che andranno poi aggiustati a seconda di quanto previsto dal bilancio preventivo che verrà approvato dall’assemblea dei soci.
“Gli enti partecipati, - ha sottolineato l’assessore alla new economy e aziende partecipate Simone Tani- stanno svolgendo un ruolo straordinario con varie aree di eccellenza nel supportare le politiche di sviluppo economico e formativo del Comune” Sono in tutto sette gli enti associativi in cui il Comune partecipa; di questi quattro svolgono attività in diversi settori dell’economia (Centro per la Moda, Centro studi turistici, Associazione nazionale Città del Vino, e Promolavoro) e tre sono le scuole destinate alla formazione di specifiche professionalità fra i giovani, in modo da offrire un adeguato inserimento nel mondo del lavoro (Scuola di scienze aziendali, Scuola superiore di Tecnologie Industriali e Polimoda).
Questi enti sono organizzati senza fini di lucro; la loro attività è rivolta allo sviluppo socio – culturale della comunità o alla promozione di settori di particolare interesse economico locale. Il fatto che non vengano offerti “servizi pubblici” in senso stretto, non impedisce all’amministrazione comunale di essere parte attiva nelle scelte gestionali.