Tre strumenti UE per far decollare le PMI

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2001 23:51
Tre strumenti UE per far decollare le PMI

Costruire un’Europa imprenditoriale è il titolo di una relazione della Commissione Europea in cui viene analizzato l’insieme degli strumenti finanziari che l’UE mette a disposizione delle piccole e medie imprese. Il documento è articolato in tre grandi capitoli: il primo riguarda il miglioramento de contesto in cui operano le Pmi, il secondo i programmi e gli strumenti aventi una particolare incidenza finanziaria sul sostegno alle Pmi ed il terzo l’allargamento, la preadesione e la cooperazione con i Paesi terzi.
La parte relativa alle conclusioni traccia un bilancio dell’evoluzione dell’integrazione delle Pmi nelle politiche e nei programmi comunitari.

Nel corso di questi anni, sottolinea il documento, si è andata sviluppando una convergenza delle politiche della UE nei confronti delle Pmi, sia per migliorare il contesto in cui operano le imprese sia per accrescere il sostegno a queste ultime, attraverso diversi strumenti e programmi finanziari.
Il miglioramento del contesto imprenditoriale verte principalmente sulla semplificazione amministrativa, nonchè sul contesto regolamentare, giuridico, fiscale, finanziario e sociale. Il Piano di azione Best, una task force per la semplificazione del contesto in cui operano le imprese, posto in atto dalla Commissione con gli Stati membri nel 1997, raggruppa tutte le iniziative intraprese per semplificare il contesto imprenditoriale.


Il miglioramento dell’ambito in cui operano le imprese implica anche una migliore conoscenza di queste e della loro evoluzione nonché il loro accesso all’informazione comunitaria. La rete degli Euro Info Centres e le altre reti d’informazione comunitaria, nonché il dialogo con le imprese, offrono a queste ultime informazioni e consulenza sulla normativa e sui programmi comunitari nonché un meccanismo di feed back delle informazioni. Inoltre, la Commissione si è impegnata da temp9o nel controllo della situazione economica e finanziaria delle imprese europee, in particolare delle Pmi.

Nel 1987 è stata creata a tal fine una base dati specifica, denominata Bach, contenente statistiche armonizzate sui conti annuali dei Paesi della UE, Giappone ed USA. Questa è stata istituita nella prospettiva di integrare le fonti di informazione già esistenti a livello europeo, ed elaborata in cooperazione con lo European Committee of Central Bilance Sheet Data Offices.
1l 9 novembre 1999 è stata adottata una relazione della Commissione sulle azioni concertate con gli Stati membri e i cui documenti, assieme ad ulteriori informazioni in merito, sono disponibili su l sito dedicato.


I programmi e gli strumenti finanziari di sostegno alle Pmi attuati dall’UE assumono la forma di aiuti diretti o indiretti e mirano principalmente a migliorare l’accesso delle Pmi al finanziamento e al credito (prestiti, garanzie e capitale di rischio), agli aiuti a finalità regionale, alla cooperazione fra imprese, alla ricerca, alla formazione professionale. Negli scorsi anni l’UE ha rafforzato i propri dispositivi di sostegno al finanziamento delle Pmi, in particolare tramite la Bei (Banca europea per gli investimenti) ed il Fondo europeo per gli investimenti, per incoraggiare lo sviluppo del capitale di rischio e delle garanzie per le Pmi.


Sono stati creati nuovi meccanismi finanziari secondo il Piano di azione speciale di Amsterdam, come il meccanismo europeo delle tecnologie (con una dotazione di 125 milioni di euro) e l’iniziativa a favore della crescita e dell’occupazione, che fa seguito ad una iniziativa del Parlamento europeo e del Vertice speciale europeo sull’occupazione di Lussemburgo. Di conseguenza sono stati creati tre nuovi programmi: lo Sportello Met per l’avviamento (con una dotazione di 168 milioni di euro), il Meccanismo di garanzia per le Pmi ed il programma Impresa comune europea (Ice, con una dotazione di 84 milioni di euro), quindi con uno stanziamento globale di 420 milioni di euro.


Altre iniziative promuovono il capitale di avviamento (Crea) o l’istituzione di reti di investitori informali (Business angels). Negli ultimi 5 anni circa 49 mila Pmi hanno attinto ai prestiti globali della Bei e di queste l’85% erano piccole imprese. Quanto al Fei, il volume delle operazioni di garanzia a favore delle Pmi totalizza il 33% dell’insieme delle sue attività ed è pari a 879 milioni i euro. Gli strumenti della Bei e del Fei a favore delle Pmi sono attualmente oggetto di valutazione, per essere orientati verso gli avviamenti di alta tecnologia e altre iniziative di capitale di rischio. I Fondi strutturali, principali strumenti di finanziamento alò servizio dello sviluppo regionale e dell’occupazione, forniscono altresì un sostegno importante alle Pmi ubicate nelle regioni ammissibili.

Una valutazione tematica dell’impatto dei fondi strutturali ha mostrato che 21,3 miliardi di euro, il 18% della dotazione dei fondi, sono stati assegnati ad oltre 800 mila Pmi nel corso del periodo 1994-1999. negli orientamenti destinati agli Stati membri per i programmi 2000-2006, la Commissione ha evidenziato l’importanza delle Pmi per la competitività regionale e l’occupazione dell’Unione perché ritiene che la creazione o lo sviluppo di imprese competitive sia il presupposto per la creazione di posti di lavoro duraturi e, quindi, dello sviluppo economico regionale.


Nei programmi di ricerca e di sviluppo tecnologico, la partecipazione delle Pmi ha registrato un netto incremento. Nel quarto programma quadro la partecipazione delle Pmi è più che raddoppiata rispetto al programma precedente, di fatto, hanno partecipato 14.754 Pmi nel corso del periodo 1994-1998, contro 5.424 nel periodo 1990-1994. Le 14.754 Pmi che hanno partecipato rappresentano il 28,5% dei progetti, ed è stato loro assegnato oltre il 20% del bilancio complessivo.
La creazione di un punto di contatto unico, la semplificazione delle procedure di candidatura e le misure specifiche per le Pmi ne hanno facilitato la partecipazione, destinata ad intensificarsi ulteriormente nel corso del quinto programma quadro, attualmente in vigore, in particolare grazie al programma orizzontale Innovare e far partecipare le Pmi.


Nell’ambito del sostegno comunitario alla formazione professionale nelle Pmi, intervengono soprattutto il Fondo sociale europeo ed il programma Leonardo. Per quanto ancora imprecisi, i dati disponibili mostrano che la quota delle Pmi nei progetti sostenuti a titolo dell’obiettivo 4 del Fondo sociale europeo è preponderante e varia fra il 40% ed il 90% nei programmi 1994-1999. In seno al programma Leonardo la quota delle Pmi nei progetti è pari in media al 20%. Il pilastro destinato allo sviluppo dello spirito di impresa in seno alla strategia europea per l’occupazione è il riconoscimento dal ruolo cruciale svolto dalle Pmi nelle politiche occupazionali che dovrebbe tuttavia tradurre in termini più concreti nei piani nazionali d’azione per l’occupazione degli stati membri.


Anche la cooperazione internazionale costituisce uno dei settori che riguardano le Pmi. La Commissione si sta preparando all’imminente allargamento dell’Unione. E ciò si deve necessariamente tradurre nell’apertura del terzo programma pluriennale per le Pmi ai Paesi candidati, nell’ambito della strategia di preadesione. Inoltre la Commissione continua a promuovere la creazione di imprese comuni (Jop) e di investimenti diretti, in particolare tramite il meccanismo Pmi, in cooperazione con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

Infine, la cooperazione con i Paesi terzi mira a favorire l’internazionalizzazione delle imprese nell’economia globale. Essa riguarda da un lato la politica commerciale, dall’altro la cooperazione economica con numerosi Paesi.
Nelle sue conclusioni, la relazione mostra che si va confermando la priorità politica accordata alle Pmi e allo sviluppo di una Europa imprenditoriale. Negli ultimi anni si è tenuto sempre più conto delle Pmi e della loro partecipazione hai programmi comunitari: tuttavia vi sono ancora sforzi da fare in materia di valutazione dell’impatto delle politiche sullo sviluppo delle Pmi che incontrano talvolta alcune difficoltà nell’accedere ai vari programmi di sostegno.



GV

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