Ex sanatorio Banti a Pratolino: si discute da anni senza arrestarne il degrado

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2001 16:14
Ex sanatorio Banti a Pratolino: si discute da anni senza arrestarne il degrado

L'origine di questo prestigioso presidio sanitario degli anni '30 è una donazione della principessa Maria Demidoff all'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, finalizzata a una destinazione pubblica e sanitaria. Le caratteristiche costruttive dell'edificio lo fanno mirabilmente privo di barriere architettoniche e concepito con disegno e funzionalità assolutamente moderni. L'importanza sanitaria e ambientale è data dal contesto in cui è collocato, all'interno di uno splendido parco, e a cavallo fra Monte Morello e la Villa medicea di Pratolino.

Ma il Banti è stato per anni ed anni, ed è tuttora, oggetto di abbandono e degrado.
La situazione del presidio, da un punto di vista strutturale, è tale da necessitare di ingenti risorse finanziarie, diversi miliardi, per la manutenzione e messa a norma di tutti gli impianti esistenti; interventi non connessi ad una eventuale alternativa funzione sanitaria, ma esclusivamente diretti a permetterne l'agibilità.
Il "Comitato per la difesa dell'uso pubblico e sanitario dell'ex sanatorio Banti" si batte dal settembre del '96 per tutelare il buon governo del denaro pubblico investito a partire dagli anni '30 in questo prestigioso manufatto, che domina Firenze e tutta la sua conca dalla splendida posizione a cavallo fra i parchi di Monte Morello e di Villa Demidoff.
Il 3 settembre 1996 un'infermiera professionale, Gina Pratesi, invìa al ministro della Sanità on.

Rosaria Bindi una raccomandata espresso sul grave stato di abbandono in cui versa da tempo l'ospedale Banti, e numerose fotografie, che testimoniano la splendida cornice di parco nel quale il Banti è ospitato, sulle pendici di Monte Morello, in posizione dominante rispetto all'intera conca di Firenze.
Nella lettera ci si appella affinché l'ex Sanatorio, già in grado di ospitare fino a 580 pazienti, l'unica struttura in Toscana atta a curare le malattie respiratorie infettive, acute e croniche, sia restituito alla dignità di una utilizzazione pubblica, dopo che il terreno su cui sorge fu donato negli anni '30 dalla principessa Maria Demidoff all'allora Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale. Il ministro della Sanità non ha mai risposto a quella lettera.
Gina Pratesi, allora, e insieme a lei la direttrice della Scuola Infermieri Professionali di Careggi dott.ssa Alfea Federici, ha dato inizio a una raccolta di firme sotto una petizione popolare indirizzata al Ministro.

Oggi le firme sono più di 8.000.
Queste le proposte del Comitato:
- un poliambulatorio a disposizione delle comunità che vivono a cavallo della via Bolognese;
- una struttura post-degenza intermedia fra l'ospedale e l'abitazione che offra una risposta più adeguata di quelle tuttora ipotizzate a fronte di una popolazione così vasta come quella che interessa l'area fiorentina;
- il riassorbimento del Distretto sanitario;
- una sede per attività di educazione alla salute e di educazione ambientale rivolta alle scuole e alla cittadinanza, fra i due parchi di Monte Morello e di Villa Demidoff.

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