Il mondo fatato di Shakespeare al Museo Stibbert.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2001 10:55
Il mondo fatato di Shakespeare al Museo Stibbert.

E’ stata davvero una piacevolissima immersione in un mondo magico la coinvolgente visione dello spettacolo shakespeariano “Sogno di una notte di mezza estate” del giovane regista fiorentino Stefano Massini, in programmazione al Museo Stibbert, raro esempio di museo ottocentesco di ambientazione, fino a domenica 8 luglio, nell’ambito dell’estate Fiorentina 2001. In una calda serata fiorentina varcare la soglia dello splendido complesso Museo e Parco Stibbert, adagiato sulla collina di Montughi, ti riconcilia con l’armonia e la serenità del cosmo dopo il disordine e il caos della vita quotidiana: se poi si è trasportati dall’incantesimo di uno spettacolo bellissimo, per interpretazione e ambientazione, la sensazione, che rimane per diversi giorni, è quella di un sogno.

Sogno e realtà permeano tutta la struttura dello spettacolo in cui si muovono i bravi attori, tutti provenienti da esperienze e compagnie diverse e tutti a loro agio lungo l’itinerario architettonico-naturalistico della dinamica narrativa che dallo splendido Salone delle feste del Museo attraversa il parco passando dal famoso tempio delle sfingi affacciato sul lago. L’idea principale del regista è stata quella di servirsi della seducente strada della metafora per far sì che il pubblico creda, anche solo per alcuni attimi, al mondo degli incantesimi e sia trascinato nel paese della fantasia. La trama dell'opera intreccia quattro situazioni: dalle nozze di Teseo e Ippolita alla storia di giovani innamorati, dalla recita degli artigiani al litigio e alle magie di Oberon e Titania. Nel viaggio interpretativo sono state contrapposte e fuse queste quattro scene, evidenziandole con specifici effetti coreografici, dove la reggia si oppone al bosco, e viceversa, in una lunga serie di simbologie. Musiche, materiali, luci e colori sono manipolati nel gioco teatrale per eccitare la fantasia creativa dello spettatore, il quale potrà così rileggere, in quel mondo immaginato, l'ordine razionale e il caotico misterioso irrazionale di ogni essere umano.

Il folletto Puck avrebbe detto "Rispettabile pubblico, qualcuno stupirà a questa vista. Seguitate pure a stupirvi. Finché il vero si sveli alla lucerna della verità." (Roberto Onorati)

Note sulla commedia di Shakespeare.
William Shakespeare era ormai noto ed affermato a Londra come attore e drammaturgo quando compose “Sogno di una notte di mezza estate”. La commedia, al cui anno preciso di composizione è difficile risalire, venne prodotta con certezza tra il 1593 e il 1596.

La commedia si apre con un annuncio di matrimonio i cui protagonisti sono eroi mitici che ci fanno entrare immediatamente nella dimensione onirica preannunciata dal titolo: l’eroe Teseo e l’amazzone Ippolita.In parallelo si prospetta un altro matrimonio, quello voluto da Egeo tra Demetrio e la figlia Ermia la quale vi si oppone perché innamorata riamata di Lisandro. La vicenda nel testo shakespeariano si svolge ad Atene in un tempo indefinito, adatto ad esprimere quel carattere di “indeterminatezza” che appartiene di per sé al Sogno e ai sogni.

Una delle caratteristiche principali di questa commedia consiste nella contrapposizione tra due mondi. Da un lato abbiamo il mondo terreno rappresentato da Teseo ed Ippolita (che come già detto “vengono da molto lontano”), dalle coppie di innamorati Demetrio -Elena e Lisandro - Ermia, infine dagli artigiani (che in occasione delle nozze dei signori preparano la rappresentazione di Piramo e Tisbe). Dall’altro lato abbiamo il mondo ultraterreno, quello degli spiriti e delle fate che tanto determina nel Sogno le sorti dei protagonisti terrestri e rappresentato da Oberon e Titania (regnanti del mondo ultraterreno omologhi ai terrestri Teseo ed Ippolita), il braccio armato del “re delle ombre” (Puck ) e lo stuolo di fate.

I due mondi interagiscono tra di loro e convergono in quel bosco incantato in cui, in una notte di mezza estate, buona parte della vicenda si svolge. Non è possibile dire quale sia il mondo della realtà quale sia quello della fantasia né dire se vi sia un mondo della realtà. Il mondo terrestre non è più reale di quello ultraterreno perché è succube degli incantesimi degli spiriti; proprio per questa capacità di determinare la realtà il mondo ultraterreno sebbene “incorporeo mondo delle ombre” appare tutt’altro che irreale.

Forse Shakespeare identificava tale mondo con quel iperuranico mondo delle Idee del quale aveva parlato Platone e di cui il mondo terrestre non sarebbe che una pallida ombra. Alla luce di ciò si comprende uno dei temi principali della commedia: quello dell’amore. C’è nella commedia una contrapposizione di fondo tra l’amore vissuto, realizzato e l’amore ideale. Il personaggio terrestre che meglio si avvicina all’amore ideale è Elena, il cui amore per Demetrio rimane immutato ed incondizionato, l’unico che vive in ragione di se stesso e non per gli incantesimi degli spiriti.

Altro tema del Sogno è quello della metamorfosi: quella di Chiappa in asino e quella dei sentimenti degli innamorati. Nella commedia ci sono infine alcuni momenti isolati di tristezza che contrastano con il carattere di per sé giocoso dell’opera stessa. Tristezza cosmica che emana il personaggio di Titania (“Lo sguardo della luna è velato di lacrime; / E quando la luna piange, piange ogni piccolo fiore, deplorando la sua castità violata”), tristezza addolorata che manifesta Elena nel suo amore non corrisposto per Demetrio, segreta tristezza di Ippolita alla vigilia delle nozze perché colui che sposerà ha usurpato il suo regno.

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