3 luglio 2001 – Con i voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra, l’astensione di Rifondazione comunista e i voti contrari della Casa delle Libertà, il Consiglio provinciale ha approvato ieri le determinazioni provinciali sulla variante generale al Piano regolatore del Comune di Tavarnelle Val di Pesa, l’ultimo sottoposto, insiemi a quelli di San Godenzo e di Pontassieve, alla vecchia normativa urbanistica . “Siamo all’epilogo di una procedura lunghissima, avviata nel ’92 – ha spiegato l’assessore alla pianificazione territoriale Luciana Cappelli – Sulla base della vecchia normativa abbiamo compiuto un atto di esame, fornendo indirizzi di comportamento e di giudizio, ponendo limiti sulla base di ciò che prescrive il Piano territoriale di coordinamento provinciale, peraltro approvato ben dopo l’inizio dell’iter relativo a Tavarnelle”.
Le indicazioni della Provincia dovranno poi essere approvate dalla giunta regionale ai sensi della vecchia normativa.
Gli indirizzi della Provincia (vincoli ambientali, attenzione al trattamento delle aree vicine al centro, osservazioni sul metodo di trattazione del business park), possono diventare prescrittivi solo con l’azione della giunta regionale. Dalla relazione tecnica della Provincia il Comune di Tavarnelle, che considera la variante generale al Piano regolatore un atto profondamente invecchiato, prenderà spunto per il proprio Piano strutturale (che dovrà essere approvato entro il 31 marzo del 2003).
Sui provvedimenti provinciali relativi alla variante ha presentato una mozione di accompagnamento il consigliere di An Pier Giuseppe Massai per impegnare “l’assessore competente a fornire la delibera regionale di approvazione della variante generale al Piano regolatore generale di Tavarnelle Val di Pesa, al fine di verificare l’applicazione degli indirizzi della relazione tecnica degli uffici della Provincia; a fornire il verbale della Crta in cui si trasformano in prescrizione gli indirizzi cui alla relazione allegata alla delibera”.
Per Massai il piano di Tavarnelle “essendo vecchio e obsoleto non ha più niente a che vedere con la realtà della cittadina”. La mozione mirava ad assicurare che gli indirizzi della Provincia diventassero prescrizioni.
Sandro Targetti (Rifondazione comunista) giudica negativi “gli interventi del Comune di Tavarnelle”, ma i limiti stabiliti sulla base del Piano territoriale di coordinamento provinciale, motivano l’astensione di Rifondazione. Le determinazioni provinciali presentare a cura dell’assessorato e degli uffici competenti “pongono un limite abbastanza netto: circa un terzo degli interventi previsti nelle varianti del Comune di Tavarnelle sono sottoposte a ripensamento”.
Secondo Renato Romei (Ds) “siamo davanti a un atto corretto, che necessita delle particolari attenzioni evidenziate dalla Provincia.
Per quanto il piano sia ritenuto vecchio, la richiesta di presentare la variante è stata dettata da necessità urgenti legate soprattutto al recupero delle attività produttive dimesse e che hanno necessità di essere messe a norma”. La mozione di An è per Romei “inutile, perché gli atti della Provincia puntualizzano già quanto richiesto”. Sulla mozione, che è stata respinta dal Consiglio, si sono registrati l’astensione di Rifondazione, il no della maggioranza e i sì della Casa della Libertà.