Greenpeace organizza azioni dimostrative nei più importanti supermercati etichettando prodotti di cellulosa che minacciano le foreste

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2001 15:17
Greenpeace organizza azioni dimostrative nei più importanti supermercati etichettando prodotti di cellulosa che minacciano le foreste

"Abbiamo chiesto a diversi produttori e rivenditori di astenersi dall'acquistare prodotti e materie prime provenienti da pratiche distruttive nelle foreste primarie di tutto il mondo. Alcuni hanno risposto positivamente, come Coop e Esselunga, altri, come Delicarta-Sofidel, uno dei principali produttori di tissue - tra cui i marchi Regina, Ecolution, Nicky, Florex, Alis, Tiffany - ed acquirenti di tali cellulose, si sono rifiutati di rispondere, seppure a lungo sollecitati" ha commentato Jaroslava Colajacomo, responsabile della campagna foreste di Greenpeace.

"Ora ci rivolgiamo ai consumatori per informarli sul contenuto dei prodotti di Delicarta-SoFiDel e di quei prodotti a marchio dei supermercati che vengono fabbricati da questo gruppo, purtroppo uno tra i più importanti in Italia nella produzione di prodotti di carta per la casa".
Gli attivisti hanno poi informato i consumatori, distribuendo volantini ed apponendo cartelli negli scaffali dei prodotti Le località coinvolte nell'operazione sono Ravenna, Venezia, Como, Torino, Livorno, Lucca, Napoli, Padova, Pavia, Roma, Firenze."I consumatori vogliono essere informati, non vogliono contribuire ad un nuovo disastro ecologico" ha aggiunto Jaroslava Colajacomo.

"L'Italia importa cellulosa indiscriminatamente dai paesi le cui foreste primarie vengono distrutte da operazioni di taglio a raso e di taglio illegale. Delicarta in particolare contribuisce alla distruzione delle foreste primarie in Indonesia ed in Cile acquistando cellulosa almeno da tre compagnie locali più volte denunciate dalle organizzazioni locali per l’uso di pratiche di taglio distruttive nelle foreste primarie. Le aree deforestate in questi paesi vengono poi convertite in piantagioni finalizzate all’estrazione di cellulosa.

In Indonesia l’85% del materiale per la produzione della cellulosa è estratto da foreste primarie. Molte di queste cellulose estratte da alberi centenari distruggono un ecosistema unico al mondo e finiscono in prodotti usa e getta come carta igienica, fazzoletti, tovaglioli di carta".
Greenpeace ha presentato anche un dossier dal titolo “Il ruolo dell’Italia nella distruzione delle foreste primarie in Indonesia e Cile”. Importazioni di cellulosa e produzioni non sostenibili delle industrie italiane: il caso di Delicarta S.p.A./ SoFiDel”.

L'iniziativa fa seguito ad una serie di denuncie lanciate dalla campagna per la protezione delle foreste primarie avviata da Greenpeace in Italia all’inizio di quest’anno. Negli ultimi mesi l’Associazione è intervenuta con azioni dirette al blocco di navi cariche di prodotti forestali in tutta Europa, come l'abbordaggio lo scorso16 febbraio a Livorno di una nave che trasportava cellulose canadesi contenenti fibre estratte provenienti dalla distruzione della "Foresta del Grande Orso". Oggi, dopo le pressioni di Greenpeace, questa foresta è stata dichiarata zona protetta e le imprese che importavano cellulosa incriminata da quest’area hanno accettato una moratoria sul taglio.

L’iniziativa presso i supermercati ricalca una analoga effettuata lo scorso marzo.
Greenpeace chiede a Delicarta e alle altre cartiere italiane di non acquistare cellulosa proveniente dalla distruzione delle foreste originarie. Greenpeace chiede anche alle catene di distribuzione di impegnarsi nel non acquistare, per i propri prodotti a marchio, da fornitori che utilizzano cellulosa proveniente dalle foreste primarie.
Le alternative ci sono. Anche la Esselunga ha risposto alla sollecitazione di Greenpeace, impegnandosi a firma del Responsabile Qualità dott.

Arnoldi a certificare l’esclusione dai propri prodotti a marchio di cellulose provenienti da pratiche distruttive, alla sensibilizzazione sui proprio fornitori, alla promozione di soluzioni alternative, quali l'incremento di carta riciclata con tecnologie pulite, alla preferenza per il sistema di certificazione FSC per prodotti in legno e in cellulosa rendendolo obbligatorio per quelli provenienti dalle foreste primarie. La Coop aveva firmato lo stesso impegno nel marzo scorso.

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