Il Tar respinge il ricorso dei residenti contro l'edificio in via Maso Finiguerra. Si profila invece una soluzione per la vicenda Poggetto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2001 16:38
Il Tar respinge il ricorso dei residenti contro l'edificio in via Maso Finiguerra. Si profila invece una soluzione per la vicenda Poggetto

Il Tar della Toscana ha respinto il ricorso contro il Comune di un gruppo di abitanti della zona di via Maso Finiguerra, che contestavano la legittimità della concessione edilizia rilasciata per la costruzione di un nuovo edificio al posto dell’ex deposito della Sita. Secondo il ricorso, la concessione non era sufficiente: doveva essere presentato e approvato un piano esecutivo di recupero. La sentenza del Tribunale amministrativo regionale, dopo aver ripercorso l’iter procedimentale e aver valutato gli atti del consiglio comunale sulla vicenda, afferma invece che “appare pacifico che quanto sostenuto dai ricorrenti, in ordine alla pretesa obbligatorietà della previa approvazione di un piano esecutivo per tutti gli interventi di ristrutturazione urbanistica, risulta palesemente contraddetto dal contenuto dei provvedimenti”.

“Del resto – continua il Tar – la tesi sostenuta dai ricorrenti risulta in contrasto anche con la giurisprudenza amministrativa che, come è noto, ha sempre circoscritto l’obbligatorietà dei piani esecutivi alle sole ipotesi in cui si rendano necessari ‘la realizzazione o il potenziamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria’”. Il ricorso inoltre contestava la non sufficiente distanza del nuovo edificio rispetto a quelli esistenti: il Tar ha respinto anche questa tesi, precisando che nei centri storici (zona A) in caso di interventi di ristrutturazione “le distanze tra gli edifici non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi preesistenti.

Come ben si rileva dal rapporto informativo della Direzione Urbanistica – si legge nella sentenza – l’intervento concessionato appare peraltro pienamente rispettoso della disciplina, cui è stata data puntuale e corretta applicazione”. Soddisfatto l’assessore all’Urbanistica: “Il Tar ha confermato non solo la correttezza degli atti – spiega – ma anche l’attenzione con cui è stata condotta l’istruttoria. Noi comunque eravamo tranquilli, perché avevamo messo in campo tutte le garanzie possibili per tutelare gli abitanti della zona di via Maso Finiguerra”.

Rispetto al progetto originario per il nuovo edificio (tre piani di abitazioni con una piccola galleria commerciale al pianterreno e un’area verde sul retro di 450 mq), il Comune aveva imposto varie modifiche, fra cui quelle di ridurre l’interrato per il garage a un solo piano e di cambiare alcuni accessi. Inoltre il Comune aveva chiesto all’Arpat immediati controlli sulla rumorosità del cantiere, ed emesso un’ordinanza per imporre alla proprietà il monitoraggio degli edifici attigui alla nuova costruzione.

Controlli attualmente in corso da parte della facoltà di Ingegneria: dureranno fino alla fine dell’anno, poi la proprietà assumerà gli esiti delle verifiche, che faranno fede anche per quanto riguarda le garanzie assicurative. Qualche cambiamento nel progetto è stato anche necessario dopo il ritrovamento di alcune fondazioni del ‘500 nella zona del garage. “Il problema sollevato dalla vicenda di via Maso Finiguerra – sottolinea l’assessore all’Urbanistica – apre comunque un fronte sul quale il Comune sta intervenendo concretamente.

Non tanto per casi come questi, sui quali la norma è sufficiente, quanto per quelli più complessi, che riguardano interi isolati: per questi proporremo l’obbligo di presentare specifici piani di recupero”.
Novità in vista sulla annosa vicenda del Poggetto, il complesso immobiliare mai finito sulla collina fiorentina, sul quale è in corso una battaglia legale tra il Comune e la proprietà. Recentemente un gruppo privato (la società Agorà) ha comunicato all’amministrazione di aver acquisito un’opzione sul cantiere di via Burci, presentando anche una proposta progettuale per l’area e la possibile chiusura definitiva della battaglia legale tuttora in corso: in forza dell’opzione già stipulata, la società assicura la rinuncia a qualsiasi pretesa risarcitoria da parte dei soggetti in causa con l’amministrazione (gli attuali proprietari e due istituti di credito).

La proposta presentata da Agorà è stata valutata ieri dalla giunta comunale che, pur valutando positivamente la possibilità di soluzione, l’ha ritenuta “eccessiva”, facendo proprio il giudizio già espresso in merito dal gruppo di lavoro coordinato dall’assessore all’Urbanistica: “un eventuale accordo dovrà essere mirato a perseguire non solo la totale rinuncia a qualsiasi pretesa risarcitoria nel confronti dell’amministrazione, ma anche a perseguire le esigenze di tutela ambientale”.

La giunta ha quindi dato mandato al gruppo tecnico di indicare i criteri su cui la società potrà proporre un nuovo progetto, per arrivare a definire un piano di recupero, insieme a precise garanzie sulla riqualificazione dell’ambiente. Se sarà presentata una nuova proposta (che tenga conto delle indicazioni dell’amministrazione) e se tale proposta sarà giudicata positivamente dalla giunta e dal consiglio comunale, si potrà chiudere una complessa vicenda che si trascina da anni. “La situazione attuale del Poggetto è insostenibile da ogni punto di vista – dice l’assessore all’Urbanistica – ed è necessario trovare una soluzione che tenga conto, oltre alle necessità di tutela ambientale, anche delle esigenze di chi abita nella zona e che da anni subisce gli effetti dell’intervento”.

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