Interrogazione di Checcucci (AN) e Cigliana (FI) sulla vendita delle farmacie comunali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2001 16:10
Interrogazione di Checcucci (AN) e Cigliana (FI) sulla vendita delle farmacie comunali

Quale sarebbe il mancato introito per le casse comunali se l’operazione dei vendita non dovesse concludersi entro l’anno? La domanda è posta da un'interrogazione dei consiglieri comunali Gaia Checcucci (A.N.) e Rodolfo Cigliana (F.I) in merito alla circolare ministeriale prot. n. 5900/1 bis –1.142/90 sulle farmacie.
La Circolare del Ministero dell’Interno avente per oggetto l’interpretazione della modifica dell’art. 116 del Testo Unico degli Enti Locali, apportata dalla L.28.02.2001 n.26 in sede di conversione, come confermato dagli articoli usciti sulla stampa locale e nazionale, nonché dalle dichiarazioni del Presidente di Federfarma, chiarisce che deve considerarsi ammissibile la costituzione da parte dei comuni di società per azioni per la gestione delle farmacie comunali in deroga ai vincoli della partecipazione maggioritaria, ma, non altrettanto può ritenersi per i vincoli riguardanti la scelta dei soci, per i quali deve continuare ad applicarsi la normativa di settore, nella fattispecie la L.

362/91.
I Comuni che avevano predisposto un bando per la cessione dell’80% senza tenere conto del vincolo della necessaria presenza di farmacisti all’interno della società, indicato dalla L.362/91, sono sconcertati, perché è pericoloso continuare sulla strada intrapresa, tenendo conto di eventuali ricorsi che, alla luce dell’interpretazione fornita dalla circolare ministeriale, avranno ancora più ragione di essere.

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