La "tassa sul panorama": una vecchia storia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 aprile 2001 23:02
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Il Comune di Firenze, in prima linea a livello nazionale, stimolato da una circolare dell'allora ministro dei Beni Culturali Walter Veltroni, grazie ad una legge del 1939 caduta nel dimenticatoio (e per alcuni giuristi superata), comincio' a inviare richieste di oblazione per danni ambientali a chi -con condono edilizio gia' ottenuto o con pratiche annose in corso- credeva di essere gia' a posto con la legge. In molti casi si trattava di eredi o di case gia' vendute, e comunque i rilievi del Comune erano generici, chiedendo mediamente Lit.1.400.000 + 600.000 di tasse e bolli, e lasciando aperta la possibilita' di ulteriori richieste.

Il Comune indicava come unica ricorso quello al Tar, con spese superiori all'oblazione stessa. L'Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori , fece fare alcuni ricorsi pilota al Tar della Toscana (di cui è attesa ancora la risposta), mentre consigliava di attendere l'ingiunzione di pagamento da impugnare davanti al magistrato. Nel frattempo il Tar del Lazio dava ragione ad alcuni ricorrenti contro il Comune, mentre il Consiglio di Stato dava ragione al Comune di Firenze. La vicenda e' stata ampiamente dibattuta anche in consiglio comunale, con fratture fin nella maggioranza, tant'e' che, ad un certo punto, fu deciso di diminuire gli importi delle oblazioni.
"Ma nella voragine burocratica di Palazzo Vecchio -commenta un documento dell'ADUC- quel che fa la mano destra non e' conosciuto da cio' che fa la mano sinistra: nonostante le scadenze fossero state superate da anni, solo nei mesi scorsi sono cominciate ad arrivare le ingiunzioni di pagamento, ma ....

con gli importi non rettificati rispetto alle delibere che li avevano diminuiti, ed omettendo (come prevede la legge) di indicare come e a chi ricorrere. A questo punto abbiamo consigliato ai cittadini di inviare richiesta di sospensione al Comune per vizi di forma, e di sospensione e annullamento al giudice di pace per vizi di forma e sostanza. E i giudici di pace stanno cominciando a rispondere fissando le udienze e sospendendo l'esecuzione dei provvedimenti. Le prime udienze sono nel prossimo mese di maggio.

"E' un primo parziale successo -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' quantomeno l'autorita' sta considerando la nostra richiesta di giustizia come legittima. Infatti al Comune, ma solo nelle nuove cartelle che hanno emesso in questi giorni, continuano ad indicare l'unica possibilita' di ricorso al Tar (con anche la dubbia legittimita' di un ricorso a tale ufficio in sede di ingiunzione, dopo simili avvisi precedenti gia' ampiamente scaduti): che e' come se dicessero "pagate", perche' le spese sono maggiori dell'eventuale risultato positivo.

Al giudice di pace il ricorso e' gratuito e si puo' stare in giudizio senza avvocato (fino ad importi di 1 milione, e fino a 2 a discrezione del giudice, e comunque fino ad un massimo di 5), e comunque chi si rivolge a noi viene consigliato per meglio fare da se' (l'Aduc ha anche un suo studio legale). Noi continuiamo a denunciare la violenta arroganza dell'amministrazione, che piu' va avanti in questa vicenda e piu' si allontana dai suoi amministrati, perche' non chiede di pagare una violazione specifica di legge, ma spara nel mucchio, con richieste generiche che, vista la sua disastrosa gestione e amministrazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato (il girone infernale del Catasto e' a disposizione di chiunque voglia capire a cosa possa essersi ispirato il ghibellin fuggiasco nella sua magna opera), crediamo dovrebbe avere la decenza civica di chiedere scusa e tornare sui suoi passi.

Chiunque puo' sbagliare, anche un Comune, altrimenti diventa arrogante persecuzione".

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