Chiara Guarducci, ormai alla sua terza produzione con il Laboratorio Nove, prosegue il suo viaggio nella scrittura teatrale assieme a Silvia Guidi, attrice cui si sente legata dalla medesima urgenza artistica: scrivere i lampi, gli umori della mente, entrare nel magma. "A noi interessano i ‘mostri’, cioè coloro che mostrano: più che personaggi cose viventi, masse di energia, onnipotenza infantile e abbandono. Lucifero caduto in disgrazia era ancora tutto sporco di cielo, La carogna. avanzo dolorante di una storia d’amore, era carne viva, scossa da gioia e angosce, da una fame di vita che la sfiniva.
Oggi nasce il morto, l’ultima creatura, quella che ha più bisogno di amore. La camera ardente è un letto disfatto, un rigirarsi dentro visioni, cantilene, stati tra la veglia e il sonno. Il congedo è difficile, il morto è terrorizzato, rivuole tutto indietro, deve superare l’orrore della scena madre, questo vedersi sdraiato in un luogo squallido coi fiori, lasciato lì. Per questo sogna, magari balla o vola, magari fa festa, chissà come avverrà la sua scomparsa."