Dibattito sullo sport in Consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2001 12:36
Dibattito sullo sport in Consiglio comunale

«Il deficit di cultura sportiva, la mancanza di un piano regolatore specifico per lo sport, l’irrisorietà di contributi che il bilancio comunale dedica alle società sportive, la dice lunga sulle difficoltà della promozione sportiva in città». E’ il giudizio del consigliere di Forza Italia Graziano Grazzini intervenuto ieri pomeriggio in Consiglio dopo la relazione dell’assessore allo sport Eugenio Giani. «Da anni - ha aggiunto Grazzini - c’è un urgente necessità: riuscire ad indirizzare anche un solo centesimo del business dello sport dello sport professionistico a sostegno dello sport minore».

«Questo - ha concluso il consigliere di Forza Italia - è il primo dovere dell’ente pubblico. La questione scavalca le competenze dell’amministrazione comunale che questi due mondi non si parlino non è più accettabile. In attesa del Parlamento, Coni e governo di Firenze facciano la loro parte».
«Sulla consulta dello sport il Polo è stato incorente». Il giudizio è del consigliere dei DS Alberto Formigli secondo il quale «i consiglieri del centrodestra hanno prima firmato insieme alla maggioranza un ordine del giorno e poi, in Consiglio comunale, hanno cambiato atteggiamento, non votando il documento e tutti una serie di atti collegati tra i quali le risorse di bilancio da destinare allo sport e l’istituzione dell’”Osservatorio sul mondo sportivo”».

«All’origine della loro decisione - ha sottolineato il consigliere diessino - sta la loro volontà di avere assegnata la presidenza della consulta prima ancora che quest’ultima sia nominata. Una scelta di puro stampo clientelare che conferma l’atteggiamento sbagliato del Polo nei confronti dello sport a Firenze». «Allo sport va dedicata maggiore attenzione - ha concluso Formigli - soprattutto coinvolgendo tutti quei soggetti, sportivi e non, per contribuire a qualificare i valori sociali di questo mondo.

E’ proprio a questo modello, più vicino ai bisogni dei cittadini, che bisogna riferirsi invece di rispondere a interessi diversi che con questa idea di sport niente hanno a che vedere».

In evidenza