Checcucci (AN): «Su Publiacqua l'amministrazione ha le idee molto confuse»

Redazione Nove da Firenze
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19 febbraio 2001 23:29
Checcucci (AN): «Su Publiacqua l'amministrazione ha le idee molto confuse»

«Alla luce della risposta dell’assessore Coggiola all’interrogazione in cui chiedevo che strada sta seguendo o intenda seguire il Comune per l’affidamento della gestione del servizio idrico, è quantomeno evidente che l’amministrazione, usando un eufemismo, ha le idee molto confuse. A tal punto confuse che ho avuto la sensazione che l’assessore avesse letto una sentenza del tribunale amministrativo regionale diversa rispetto a quella a cui mi riferivo io nell’interrogazione». E’ quanto ha dichiarato la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci intervenendo oggi pomeriggio in Consiglio comunale.

«A questo punto - ha aggiunto la Chueccucci - data la situazione di empasse in cui si trova Firenze, prova ne è l’immobilismo e le non risposte che l’amministrazione e Publiacqua forniscono, l’unica strada da perseguire con determinazione ed urgenza è quella della gara per l’affidamento del servizio idrico nel suo complesso». «Per adesso - ha sottolineato la consigliera di Alleanza Nazionale - mi sembra che la Publiacqua non abbia alcuna intenzione di scegliere un partner privato imprenditore di minoranza, così come previsto dalla legge, prova ne è il fatto che non ho ancora sentito parlare di un bando di gara predisposto o che si sta predisponendo a tal fine.

In virtù di ciò, poiché il confronto con il mercato deve avvenire, nella scelta del socio, o nell’affidamento del servizio, Alleanza Nazionale insiste nel dire che è necessario procedere ad una gara per la scelta del gestore unico dell’ambito n. 3, conformemente a quanto prevede la legge Galli». «La situazione di stallo - ha concluso la consigliera di Alleanza Nazionale - che si è venuta a creare rappresenta un danno per la città e una perdita di tempo in quel processo di liberalizzazione che anche ai fini del bilancio hanno pesanti ripercussioni, basta pensare a quei 330 dipendenti di cui 200, dal 2001, dovevano passare alla Publiacqua e che invece sono ancora nel bilancio comunale.

Se si fosse seguita la strada delle liberalizzazioni-privatizzazioni fin dall’inizio, forse in questo bilancio non si sarebbe dovuti ricorrere all’aumento della pressione fiscale».

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