L'assessore regionale alla cultura della legalità, Carla Guidi, ricopre un ruolo incompatibile con quello di libero professionista

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 febbraio 2001 00:43
L'assessore regionale alla cultura della legalità, Carla Guidi, ricopre un ruolo incompatibile con quello di libero professionista

Questa la tesi sostenuta oggi in consiglio regionale dall'opposizione di centro destra, che ha prodotto una serie di pareri sulla base dell'articolo 3 dell' ordinamento professionale forense. ''L' articolo in questione - ha spiegato il capogruppo di Forza Italia, Paolo Bartolozzi, leggendo alla lettera il comma 2 - sancisce l'incompatibilita' dell'esercizio professionale con qualunque impiego o ufficio pubblico retribuito con stipendio sul bilancio dello Stato, delle Province, dei Comuni, delle istituzioni pubbliche di beneficenza e, in generale, di qualsiasi altra amministrazione ed istituzione pubblica soggetta a tutela dello Stato, delle Province e dei Comuni''.

''L'assessore Guidi - ha osservato Bartolozzi - si trova in una situazione di palese incompatibilita' in quanto svolge la professione, come dimostra la sua elezione al consiglio nazionale forense, ed e' retribuita con denaro pubblico in quanto assessore''. ''Non si tratta infatti - ha aggiunto Bartolozzi - di un incarico derivante da una elezione, che come tale non sarebbe incompatibile con la professione forense: la signora Guidi non e' stata eletta ne' in consiglio regionale ne' nel listino, ma e' stata scelta dal presidente della Regione Claudio Martini''.
Si tratta di un quesito giuridico relativamente nuovo.

La questione infatti nasce dalla nuova legge elettorale che da' la possibilità' a sindaci, presidenti di Provincia e di Regione di scegliersi collaboratori, cioe' assessori ai quali delegare settori della pubblica amministrazione, anche tra persone che non sono passate al vaglio del corpo elettorale. Sull'assessore Carla Guidi, lucchese che, per il suo incarico pubblico riceve un compenso di 17 milioni lordi al mese, non pende solo la questione di incompatibilità' posta dall'opposizione del centro destra in consiglio regionale.

C'e' anche un ricorso al Tar del Lazio, che dovrebbe pronunciarsi domani sulla sospensiva, sulla sua elezione al consiglio nazionale forense presentato dal primo dei non eletti, l'avvocato fiorentino Luca Saldarelli. Saldarelli, che in un primo momento era risultato eletto con lo scarto di un voto, in base ai criteri di calcolo indicati dalle norme del '41 e da allora sempre applicati, si e' visto scavalcato dalla Guidi per decisione della commissione elettorale ministeriale che ha usato un diverso criterio di calcolo che prevede il computo dei resti.

''Carla Guidi, tra l' altro - ha detto Bartolozzi - si e' fatta la campagna elettorale per l'ordine da assessore. In questa veste infatti ha sollecitato la nascita di una corte d'appello della costa riunendo spesso gli avvocati di zona''.
''Quella condotta dal Polo contro l'assessore Carla Guidi e' una vera e propria campagna di diffamazione e di falsita'''. Questa la risposta del capogruppo regionale dei Democratici-Rinnovamento Erasmo D'Angelis, alle affermazioni del capogruppo di Forza Italia Paolo Bartolozzi.

D'Angelis difende anche il consigliere del suo gruppo, Francesco Pifferi, che e' coordinatore regionale della Margherita, accusato dal Polo di cumulare varie indennita'. Per ambedue i casi, D'Angelis parla di ''attacchi incredibili, strumentali e privi di qualsiasi fondamento'' e riconferma a nome proprio e ''di Francesco Rutelli, la piu' completa fiducia nelle competenze e nella professionalita' dell'assessore Guidi e del consigliere Pifferi. ''Evidentemente - osserva D'Angelis - la loro attivita' politica da' fastidio a personaggi che credevano di aver gia' in tasca la vittoria elettorale''.

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