Basosi (Democratici): «Dove sono finiti il parcheggio ed il verde pubblico del piano di recupero urbanistico Paradiso?»

Redazione Nove da Firenze
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14 Febbraio 2001 00:19
Basosi (Democratici): «Dove sono finiti il parcheggio ed il verde pubblico del piano di recupero urbanistico Paradiso?»

A cinque anni di distanza dall’attuazione del piani di recupero urbano in via del Paradiso, a Gavinana, non è stata ancora realizzata l’area di cinquemila metri quadri a verde pubblico ed un parcheggio di uso pubblico. Nonostante un apposito accordo fra il Comune e la società cooperativa che ha costruito le case in quella zona.
La denuncia è del capogruppo dei Democratici Riccardo Basosi che su tale questione ha presentato una seconda interpellanza. «Le rassicuranti dichiarazioni da parte dell’assessore Biagi, che orami risalgono ad un anno fa, sono rimaste lettera morta - ha sottolineato Basosi - ed è grave constatare che a distanza di più di tre anni dalla delibera comunale e di sei mesi dalla sentenza del tribunale amministrativo regionale, gli uffici preposti non sono ancora riusciti ad attuare le procedure di rispetto della convenzione».

Nella nuova interpellanza Basosi chiede anzitutto di sapere «se la nuova area di circa 5.000mq individuata per il verde pubblico, il parcheggio di uso pubblico, il passaggio pedonale per la parte monumentale e la sua fruibilità da parte dei cittadini, tutti elementi integranti del piano di recupero a vantaggio della collettività e di fatto per lungo tempo non garantiti dalla proprietà, abbiano finalmente trovato definizione e siano utilizzabili come previsto dalla delibera del consiglio comunale del 14 ottobre 1996».

Il capogruppo dei Democratici chiede anche «se debba essere ritenuta una prassi normale che la soddisfazione dei requisiti di pubblico interesse nell’attuazione dei piani di recupero possa essere dilazionata così a lungo da parte della proprietà senza incorrere in sanzioni da parte del Comune e senza che siano trasparenti le responsabilità politico-amministrative di chi ha consentito o tollerato il defatigante sviluppo temporale della vicenda» e «se non si ritenga da parte dell’amministrazione attuale, per ragioni di responsabilità oggettiva della continuità Amministrativa, di dover porgere scuse formali ai comitati cittadini della zona che insieme alle associazioni ambientaliste hanno dovuto ricorrere al tribunale amministrativo regionale a proprie spese per ottenere una tutela di diritti collettivi che una più attenta gestione da parte del Comune avrebbe potuto e dovuto garantire».

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