La conferenza di Lucca sul non-profit dei beni culturali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2001 18:12
La conferenza di Lucca sul non-profit dei beni culturali

Un ‘tavolo’ regionale per mettere in comune esperienze e proposte nel campo del volontariato per i beni culturali. Una convenzione- tipo che definisca il rapporto fra volontariato, enti locali e soprintendenze. Una rete organizzativa fra le associazioni da mobilitare in caso di emergenza per salvare le opere d’arte. Sono queste le principali proposte formulate dall’assessore regionale alla cultura Mariella Zoppi nel corso della conferenza regionale sul volontariato nei beni culturali, svoltasi al Palazzo Ducale di Lucca.

“Credo che sia fondamentale – ha detto l’assessore nel suo intervento - individuare tutte i modi possibili per agevolare e sostenere l’impegno delle 366 associazioni e delle migliaia di volontari che operano in questo settore in Toscana. L’appuntamento di oggi serve proprio a questo”. L’assessore ha sottolineato ‘la grande vitalità’ emersa dalla conferenza grazie alle testimonianze dei responsabili di varie associazioni. Sono così emersi i vari campi di azione: in particolare i volontari toscani compiono studi, ricerche o complesse opere di catalogazione, partecipano a scavi archeologici, organizzano mostre e convegni, accompagnano disabili a visitare il patrimonio artistico.

In molti casi (ne sono stati segnalati oltre 40) permettono di tenere aperti musei altrimenti non visitabili. “Tutto questo impegno per la salvaguardia e la fruizione dei beni culturali – ha detto Mariella Zoppi – discende non solo dalla tradizione della Toscana, ‘terra di volontariato’, ma anche da un incoraggiante interesse da parte dei giovani che generosamente e in maniera sempre crescente si avvicinano a questo settore”. “Non dobbiamo trascurare poi – ha aggiunto – la qualità dell’impegno: da un generoso spontaneismo si è passati alla ricerca di una qualificazione sempre maggiore; dal pionerismo legato alla mobilitazione per l’emergenza o al sostegno in condizioni estreme siamo approdati oggi a una stabilità organizzativa che permette di poter costruire rapporti finalizzati su progetti condivisi (ad esempio la gestione di musei) fra enti pubblici e associazioni”.

Su questa base, ecco quindi le proposte: la costituzione di un ‘tavolo regionale’ con funzioni di monitoraggio, elaborazione di proposte e scambio di esperienze e informazioni. E ancora: lo studio e la messa a punto di una convenzione che definisca il rapporto fra volontariato, enti locali ed enti periferici dello Stato ed individui profili specifici, percorsi formativi, ambiti e modalità di svolgimento delle attività. Infine la promozione di una rete organizzativa in grado di fornire assistenza per gli interventi di emergenza, nel caso, per esempio, di calamità naturali.
E’ davvero importante, soprattutto in un territorio così ricco di beni artistici e di stimoli culturali, il ruolo del volontariato attivo nel settore dei beni culturali”.

Lo ha detto alla conferenza su ‘non profit e beni culturali’ il vicepresidente della giunta regionale nonché assessore alle politiche sociali Angelo Passaleva. “Fra le tante povertà contemporanee che le politiche sociali devono affrontare – ha sottolineato - un posto di rilievo lo conquistano proprio le povertà intelettuali. E’ sempre più grande infatti il solco fra le fasce istruite e sensibili della popolazione e chi è coinvolto in un triste analfabetismo più o meno di ritorno.

Anche per questo è davvero importante il ruolo del volontariato attivo nell’ambito culturale; un volontariato che collabori al mantenimento e alla valorizzazione dei beni artistici, che presti la sua preziosa opera per far crescere l’interesse della comunità per le cose belle dell’arte e della natura; un volontariato che possa trovare spazio sempre maggiore, in un’ottica di vera sussidiarietà, con istituzioni capaci di rispettarlo e di fargli spazio senza timore ma con fiducia”.

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