Il tema della partecipazione delle regioni ai lavori del consiglio dei ministri dell'Unione europea e' stato al centro dell'incontro, a Salisburgo, fra il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e quello del lander Salisburgo Franz Schausberger. Si e' trattato di un primo momento di confronto in vista dell'elaborazione del "parere" che dovra' risolvere questione della partecipazione delle autonomie locali all'elaborazione delle linee della politica comunitaria. Martini e Schausberger avevano ricevuto a dicembre l'incarico di redigere il parere dal bureau politico del Comitato delle regioni.
I due presidenti hanno concordano su alcuni punti, quali la necessita' all'interno dei diversi stati nazionali di un maggiore coordinamento con il mondo delle autonomie, in modo da riportare correttamente le esigenze di regioni ed enti locali, quali che siano i sistemi di governo e le architetture nazionali nei vari paesi. Non tutte le forme di governo vigenti all'interno degli stati aderenti all'unione consentono, infatti, una partecipazione diretta da parte delle regioni. Un primo importante risultato dell'incontro di oggi e' stato sottolineato dal presidente Martini al termine dell'incontro.
"L'elaborazione del parere - ha
detto - e' una importante occasione di stimolo, in tutti i paesi, a una crescita
di partecipazione delle regioni all'interno di ciascuno stato, oltre che in seno
all'Unione europea".
Le linee per l'elaborazione del parere saranno presentate a Uppsala, in
Svezia, a fine febbraio nel corso di una riunione del Comitato delle regioni
insieme alla presidenza del consiglio svedese. Un terzo e un quarto
appuntamento per approfondire la discussione nel Comitato delle regioni
sono gia' previsti per fine aprile e per i primi di luglio, in modo da arrivare
all'approvazione finale del documento in settembre.
"Credo che siamo di fronte a un passaggio essenziale - ha commentato
Martini - per far fare un passo avanti, oltre che alle forme di partecipazione
delle autonomie locali alle decisioni europee, anche ai processi di
decentramento che, sia pure con forme e gradi di riconscimento diversi, sono
oggi in atto in tutti i paesi, compresi quelli che ancora non aderiscono
all'Unione".