Privatizzazione dell'Afam, interviene Nitti (Presidente commissione controllo): «Si penalizzeranno i farmacisti privati»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2001 23:37
Privatizzazione dell'Afam, interviene Nitti (Presidente commissione controllo): «Si penalizzeranno i farmacisti privati»

«La decisione del Consiglio comunale di cedere l’80% delle azioni delle farmacie comunali causerà una situazione ingiusta nei confronti delle farmacie private». L’allarme è stato lanciato dal Presidente della commissione controllo Donato Nitti. «La legge italiana - ha spiegato Nitti - impedisce ai farmacisti privati di possedere e gestire più di una farmacia mentre consente, tramite la cessione di quote rilevanti dei pacchetti azionari delle società che gestiscono le farmacie pubbliche, a pochi soggetti di acquisire posizioni dominanti sul mercato».

«Inoltre la legge italiana - ha aggiunto il Presidente della commissione controllo - ritiene i farmacisti incompatibili con qualsiasi altra attività esplicata nel settore della produzione e distribuzione dei farmaci, mentre alla gara di Firenze potranno partecipare anche imprese che svolgano tali attività». «Se, da un lato, è vero che in teoria anche i farmacisti possono partecipare alla gara per l’acquisto dell’80% delle azioni dell’Afam - ha proseguito l’esponente di Progetto Città - d’altra parte è chiaro che l’aggiudicatario potrà essere soltanto un soggetto in grado di pagare molti miliardi e quindi un grande gruppo finanziario o industriale».

Secondo Nitti «la legislazione attualmente vigente, un farmacista privato, una farmacia, aveva un senso quando soltanto i Comuni potevano possedere più di una farmacia e le farmacie comunali servivano per assicurare la gestione del servizio anche dove i privati non sarebbero mai andati. Oggi che il mercato è cambiato e che privati stanno sostituendo i Comuni nella gestione di grandi gruppi di farmacie, è giunto il momento di cambiare le regole e di consentire anche ai farmacisti di aggregarsi e di organizzarsi in società di capitali.

Diversamente si consentirebbe una posizione dominante di un unico soggetto che, come è il caso di Firenze, potrà detenere oltre il 20% del mercato avendo però concorrenti di minima dimensione». «Il Comune di Firenze - ha concluso il Presidente della commissione controllo - avrebbe fatto meglio a vendere le farmacie una per una, magari privilegiando i dipendenti, e non è vero che ciò avrebbe comportato tempi più lunghi né che le farmacie meno appetibili sarebbero rimaste invendute: il loro prezzo, semplicemente, sarebbe stato inferiore a quello delle farmacie migliori.

Il prossimo Parlamento, pertanto, dovrà cambiare le regole e stimolare una vera liberalizzazione del mercato».

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