A Siena un’iniziativa per superare le incomprensioni fra cultura e scienza: la prima è troppo conservatrice, la seconda invece scandalizza con le sue strabilianti scoperte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2001 09:56
A Siena un’iniziativa per superare le incomprensioni fra cultura e scienza: la prima è troppo conservatrice, la seconda invece scandalizza con le sue strabilianti scoperte

Presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Siena si tiene un corso svolto da Prof Mariano Bianca e intitolato “Trasformazione e manipolazione genetica degli esseri viventi. Ingegneria genetica, suicidio assistito, fecondazione artificiale”. Un corso davvero interessante che si propone di sviluppare lo studio, in chiave filosofica e storica, delle tematiche scientifiche propagandate dai media nel corso in questi anni. Il Prof Mariano Bianca, che si occupa in modo particolare della filosofia della scienza, ha dato vita a questo corso per mettere in evidenza i difficili rapporti fra scienza ed etica; ha poi deciso di analizzare le più rilevanti questioni di bioetica, con particolare riferimento alla manipolazione genetica.

Puntualizza a NOVE lo stesso Prof. Bianca: “La scienza sta accelerando notevolmente i passi e se non seguiamo il suo ritmo rischiamo di perdere il treno”. D’altra parte le applicazioni scientifiche, fatte in questi ultimi anni, ci scandalizzano troppo e anche se il pubblico ama molto la scienza, in alcuni casi ha paura di essa, o meglio per le sue applicazioni pratiche.
“I ragazzi -sostiene il Prof Bianca- sono molto affascinati da meccanismi che ci potrebbero fornire quello che noi vogliamo.

Il problema semmai sta nel fatto che purtroppo c’è un abisso notevole fra la cultura generale e la conoscenza scientifica. La cultura infatti si è rivelata troppo conservatrice e ferma nelle sue posizioni iniziali. Non ha preparato il terreno per accettare simili innovazioni che ora destano scalpore e scetticismo. La scienza invece si è rivelata molto più innovativa con le sue scoperte che, come metterà in luce il corso, devono essere valutate non trascurando la portata effettiva di alcune di esse”.
C'è un interesse in ambito universitario verso questi temi e soprattutto c'è la consapevolezza dei limiti che molto spesso la scuola ha nell'impartire l'insegnamento della scienza.

Bisognerebbe che il letterato e lo scienziato trovassero un punto d'intesa per rendere più agevole l'apprendimento e l'accoglienza delle novità scientifiche, al cui annuncio rimaniamo esterrefatti e manipolabili emozionalmente.
[R. A.]

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