Prevedere forme di amministrazione speciale, sotto il controllo anche delle Nazioni Unite quale fase intermedia per arrivare al referendum di autodeterminazione del Saharawi. E’ questa la proposta lanciata dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini nel discorso di chiusura della conferenza nazionale per l’amicizia e la solidarieta’ con il popolo Saharawi, svoltasi a Palazzo Vecchio. “Non ci si puo’ nascondere – ha detto il presidente – che siamo di fronte a un passaggio delicatissimo, perché oggi c’e’ il rischio concreto che il filo delle trattative si spezzi.
E’ necessario ribadire che non c’e’ alternativa al dialogo, all’iniziativa diplomatica, alla trattativa. La ripresa delle armi non portererebbe da nessuna parte. Farebbe solamente crescere la sofferenza del popolo Saharawi”. “La proposta – ha aggiunto - che alcuni Paesi europei fanno e che il Marocco ha ripreso, di un’ autonomia interna, non rappresenta un apporto condiviso e quindi risolutivo. Ogni soluzione va trovata misurandosi con la richiesta di autodeterminazione del popolo Saharawi”.
Ecco quindi l’idea di una fase intermedia, con forme di amministrazione speciale sotto la vigilanza Onu, in modo da superare l’attuale situazione di stallo mantenendo fermo l’obiettivo del referendum. Martini ha anche indicato una possibile sede per i negoziati tra le parti: la Toscana, e in particolare Firenze, vista la vocazione della nostra regione come terra di pace, e le iniziative gia’ intraprese in passato per ricucire le fratture esistenti nei Balcani o in Medio oriente.
Nel corso del suo intervento, il presidente ha lanciato un appello al governo italiano e alla Commissione europea affinche’ le Nazioni Unite diano attuazione alle decisioni assunte piu’ volte (l’ultimo pronunciamento e’ dello scorso 30 ottobre) per la effettuazione del referendum di autodeterminazione del popolo Saharawi. “Mi pare – ha sottolineato – che sia in gioco la stessa credibilita’ delle organizzazioni internazionali sulla cui efficacia bisogna veramente cominciare a dubitare”.
Per Martini e’ con il referendum che si puo’ assicurare un futuro di pace e di sviluppo all’intera area, permettendo una scelta di democrazia e scongiurando l’uso delle armi. Con gli stessi argomenti il presidente si e’ rivolto anche all’altra parte in causa: “Il nostro – ha detto – e’ un appello anche al Marocco perché siamo convinti della necessita’ di una cooperazione piu’ intensa con tutta l’area e di una crescita complessiva del Mediteranneo nel contesto globale”.
Martini ha infine ricordato i legami profondi che si sono intessuti in questi ultimi anni con il popolo Saharawi: i gemellaggi, i progetti di cooperazione, l’ospitalita’ offerta a migliaia di bambini. C’e’ quindi anche la solidarieta’ come componente essenziale nella forte partecipazione della Toscana alle vicende di questo popolo del deserto.