A favore dei piccioni fiorentini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 ottobre 2000 13:04
A favore dei piccioni fiorentini

Le ultime, recenti, "legittime" affermazioni dell'Assessore all'Ambiente Vincenzo Bugliani in materia di "contenimento numerico dei piccioni fiorentini" contribuiscono a sottolineare il ben pianificato intento di voler testualmente e letterlamente "togliersi dai piedi questi animali (piccioni)" effettuando catture ad hoc, sopprimendo gli animali malati e ponendo apposite retine sulle facciate dei palazzi o "crudeli" aghi di plastica sui cornicioni delle finestre, affinché i piccioni non abbiano la possibilità di sostare, né di nidificare.


E' opportuno a tale proposito, nel nome di una tanto auspicata e per ora purtroppo soltanto teorica "par condicio" anche a favore degli animali, semplicemente spendere alcune parole a tale proposito e confrontare questa serie di azioni e di offensive previste a breve termine verso i piccioni fiorentini con un interessante passo tratto da un articolo che, sullo stesso argomento, ha pubblicato qualche tempo fa il Prof. Danilo Mainardi (docente di Conservazione e Protezione della Natura presso l'Università Ca'Foscari di Venezia):
"I colombi delle piazze, una volta considerati come l'essenziale ornamento d'ogni città turrita, di ogni centro storico, oggi diventuti troppi, sono per lo più perseguitati e, certo, non più come una volta amati.

(...) Sembrano tutti uguali, e non serve salire in cima al campanile, da dove ci appaiono come puntini neri, ma uguali non sono. Ciascuno di quei puntini ha scritto nella sua memoria tante esperienze personali, a cominciare dall'immagine inconfondibile del suo compagno, o compagna di vita, perché i colombi sono strettamente monogami. Ma loro sono così perché in quei capini bigi c'è dentro quanto ho scritto, se non molto di più. E se sono troppi e sono malati, e se producono danni e fastidio, non è certo colpa loro.

(...) Sono troppi? Può anche darsi dal nostro punto di vista, però c'è anche da rilevare che sono esattamente quanti la città nel suo complesso può mantenere. Tante risorse alimentari tanti colombi. (...) Sono malati? Ma chi è che ha eliminato tutti i predatori naturali, a cominiare dai falchi pellegrini? (...) Detesto fare prediche, specie se inutili, però mi piacerebbe che si meditasse su questi dati di fatto. Se non altro per evitare che un po' per volta, tutte le cose belle divenissero sgradite semplicemente perché noi gli intelligenti, talora siamo più stupidi dei poveri colombi" (Casaviva - giugno 1999).

C.V.

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