Un convegno di livello nazionale sulla vicenda del maxrisarcimento di Tizzano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2000 23:52
Un convegno di livello nazionale sulla vicenda del maxrisarcimento di Tizzano

Il 20 ottobre, dalle 16.00 a tarda sera, nella basilica di Sant’Alessandro, a Fiesole, si parlerà della mancata lottizzazione della collina di Tizzano, che potrebbe costare al Comune di Fiesole, condannato in primo grado per aver impedito la lottizzazione, oltre tredici miliardi di lire, e più in generale del risarcimento del danno ai cittadini, introdotto dalla Corte di Cassazione nel 1999 proprio in merito alla vicenda fiesolana, e della necessità di una legge che regoli questa questione.

Interverranno noti giuristi, amministratori, urbanisti, docenti di diritto, ambientalisti, ed è prevista la partecipazione di numerosi parlamentari e del Ministro per i Beni culturali Giovanna Melandri. Fra i nomi di spicco possiamo citare il costituzionalista Alberto Predieri, il Soprintendente Mario Lolli Ghetti, l’ Assessore Regionale all’Urbanistica Riccardo Conti, il Presidente dell’Anci e Sindaco di Firenze Leonardo Domenici, il Presidente dell’Aiapp Carlo Bruschi, la Vicepresidente di Italia Nostra Gaia Pallottino.

Nel pomeriggio parleranno il Sindaco di Fiesole Alessandro Pesci, l’Avvocato difensore del Comune Fausto Falorni, il consulente all’Urbanistica del Comune Gianfranco Gorelli, il Dirigente del Consiglio delle Autonomie Locali Alberto Chellini e l’Assessore regionale Riccardo Conti. Alle 21.30 inizierà la tavola rotonda, coordinata da Federico Fazzuoli, giornalista della Rai, con la partecipazione di tutti gli altri e la possibilità di interventi anche da parte degli ospiti. Il Comune ha organizzato un servizio di bus-navetta da Piazza Mino.
La vicenda di Tizzano, di cui si è a lungo parlato nei mesi scorsi, ha inizio nel 1964, quando l’avvocato Vitali ottiene dal Comune una convenzione per lottizzare un terreno e realizzare su un proprio podere alcune villette da vendere poi a privati.

Nel successivo Piano Regolatore del 1971 la proposta di lottizzazione non viene inserita per evidenti ragioni di tutela paesaggistica di una delle zone collinari più suggestive del nostro territorio, ma la decisione di non confermare nel Piano Regolatore la convenzione stipulata con l’avvocato Vitali viene fatta senza una motivazione sufficiente. Nelle successive varianti al Piano Regolatore del 1983 e del 1990 e nel Piano Strutturale del 1999, l’esclusione di quella lottizzazione viene confermata.

L’avvocato Vitali, sentendosi danneggiato, ricorre al Tar, che gli dà ragione proprio appellandosi alla inadeguata motivazione. Nel 1991 ricorre anche al Consiglio di Stato, e ottiene di nuovo ragione. Il 22 luglio 1999 arriva la sentenza n.500 della Cassazione, che è considerata dalla giurisprudenza una “svolta storica” perché riconosce per la prima volta in Italia il diritto di un privato di essere risarcito dall’Ente Pubblico per aver subito un danno. Nel marzo 2000 il Consiglio di Stato recepisce l’orientamento della Cassazione, e stabilisce che anche i giudici amministrativi potranno condannare le pubbliche amministrazioni a risarcire i danni ingiusti subiti dai cittadini.
Per essi, dunque, chiedere i danni per tutelare un proprio legittimo interesse danneggiato da una pubblica amministrazione, sarà ancora più semplice.

Il 30 marzo 2000 la vicenda arriva alla conclusione, con la sentenza del Tribunale di Firenze, che condanna il Comune di Fiesole a risarcire poco più di 526 milioni (del 1971) all’avvocato Vitali. Alla somma va aggiunta la rivalutazione annuale e gli interessi dal luglio 1971 alla pubblicazione della sentenza, immediatamente eseguibile. Si tratta di oltre 13 miliardi di lire.
E’ ovvio che questa vicenda non riguarda solo Fiesole, ma apre conseguenze difficilmente immaginabili per tutta la pubblica amministrazione.

Fra le righe della sentenza si legge il fatto che per tutelare l’interesse seppur legittimo di un singolo si possa andare contro i diritti della collettività. E ciò in assenza di norme che regolino la questione: ecco perché è evidente la necessità di un intervento legislativo, che stabilisca i modi, i limiti e i tempi dei risarcimenti ai cittadini, e che forse stabilisca anche i confini dell’interesse del singolo di fronte all’interesse della collettività.

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