In 5 anni i punti non idonei alla balneazione lungo i 633 chilometri di costa toscana dal 7 al 3%

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2000 16:25
In 5 anni i punti non idonei alla balneazione lungo i 633 chilometri di costa toscana dal 7 al 3%

E' una tendenza al miglioramento delle acque che sembra essersi rafforzata nell'estate appena finita, con ben tre province - Lucca, Pisa e Grosseto - che, sulla base di dati al momento disponibili, ancora non completi, sembrano assestarsi su una percentuale pari a zero.
E' quanto e' emerso in occasione del seminario "Le pressioni ambientali e la balneazione in Toscana", organizzato a Lido di Camaiore dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale e dalla Regione Toscana: occasione per presentare uno studio che, per la prima volta, ha messo in connessione lo stato del mare e le "pressioni ambientali", ma anche per illustrare i risultati dei monitoraggi effettuati nel corso di quest'anno.

"La politica ambientale della Regione Toscana sta dando buoni frutti e quella che si e' appena conclusa, nonostante le condizioni atmosferiche non particolarmente favorevoli, puo' considerarsi una delle migliori stagioni balneari dell'ultimo decennio - ha spiegato l'assessore all'ambiente, Tommaso Franci - Certamente molto resta da fare ancora, non solo per la qualita' delle acque di balneazione ma per lo stato del mare toscano nel suo complesso. Questa tematica sara' oggetto di uno sforzo di attenzione e iniziativa complessiva da parte del governo regionale, affrontando in modo globale temi quali gli sversamenti, gli scarichi a mare della Solvay, l'escavo dei fondali di porti".
Da segnalare che quest'estate, per la prima volta da molti anni, la Regione Toscana non si e' avvalsa dell'ampliamento del limite previsto dal Dpr 470/1982 per il parametro "ossigeno disciolto" in relazione al litorale versiliese-apuano, a causa del mancato rinnovo della deroga ministeriale.

Nonostante questo, su tutta la fascia costiera negli anni passati sottoposta a regime di deroga, non si e' mai registrato alcun superamento del limite per questo parametro. La Toscana, ha spiegato il direttore dell'Arpat, Alessandro Lippi, e' comunque intenzionata a rafforzare un sistema di controllo che gia' puo' vantare una struttura di eccellenza come l'Area tutela ambiente marino istituita presso l'Agenzia, con sedici operatori (dodici biologi, di cui uno subacqueo, un oceanografo, un tecnico ambientale, un chimico farmaceutico e un addetto ai mezzi nautici), sedi a Livorno e Piombino e presenze specialistiche presso i dipartimenti di Lucca e di Pisa.

Da un triennio e' operativo anche il battello oceanografico Poseidon. "E in queste settimane - ha annunciato Lippi - prende avvio anche un'attivita' sperimentale di monitoraggio satellitare dell'ambiente marino. E' un progetto che riguarda direttamente le acque dell'Arcipelago Toscano, con obiettivi piu' ambiziosi di quello iniziale che prevedeva solo l'avvistamento rapido di superfici oleose. Piu' in generale, stiamo puntando ad un approccio piu' complessivo al problema della qualita' del mare.

Questo e' anche il significato della ricerca sulle pressioni ambientali e la balneazione in Toscana". L'indagine mette per la prima volta in relazione la qualita' delle acque con indicatori quali la popolazione, le presenze turistiche, gli scarichi, la depurazione. Da essa emerge, tra l'altro, che l'80 per cento dei divieti permanenti e' direttamente attribuibile alla presenza di un punto di immissione a mare di scarichi depurati. Una percentuale che indica un'esigenza di ulteriore sforzo per la riduzione degli impatti prodotti dagli impianti di depurazione.

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