Monaci buddhisti sfrattati chiedono aiuto alla Regione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 luglio 2000 21:47
Monaci buddhisti sfrattati chiedono aiuto alla Regione

C’e’ anche una statua di Buddha alta due metri fra gli oggetti di culto che sono finiti “sulla strada” insieme ai tre monaci del Centro Buddhista Samadhi. Per un anno questa piccola comunita’ religiosa ha vissuto, pagando un regolare affitto, dentro un piccolo appartamento di Firenze in via delle Gore, ma il contratto e’ scaduto da qualche settimana e non era rinnovabile. I monaci (due provenienti dallo Sri Lanka e uno di nazionalita’ italiana) si sono dunque rivolti per un aiuto alla Regione Toscana e sono stati ricevuti dal vicepresidente Angelo Passaleva.
Nell’area metropolitana tra Firenze e Pistoia, secondo quanto hanno riferito a Passaleva gli stessi monaci, vivono circa cinquemila cingalesi la grande maggioranza dei quali di religione buddhista.

In genere lavorano nei servizi alla famiglia e nei lavori domestici mantenendo comunque un forte attaccamento alla madre patria, ai costumi e alle tradizioni.
Il Centro Buddhista Samadhi, sotto il profilo giuridico, e’ una associazione non riconosciuta senza scopo di lucro: costituita il 30 giugno di un anno fa si propone di “professare la religione buddhista, promuovere, disciplinare, migliorare iniziative intese a diffondere la religione buddhista, favorire lo svolgimento della vita post- lavorativa in un ambiente sereno e confortevole favorendo l’incontro fra i giovani e lo scambio delle idee”.
La comunita’ mantiene a Firenze i tre monaci che vivono delle offerte dei fedeli e rappresentano un punto di riferimento spirituale: si occupano delle funzioni religiose e dell’educazione religiosa dei bambini oltre che di istruirli nella lingua originaria. Scaduto l’affitto per il piccolo appartamento di via delle Gore – hanno scritto i monaci a Passaleva – “ora siamo letteralmente per strada, con la nostra statua e le nostre preghiere”.
Nel corso dell’incontro, il vicepresidente della Giunta regionale si e’ informato sulla vicenda e sulle attivita’ del Centro Buddhista garantendo che la Regione Toscana si sarebbe in qualche modo mossa per cercare di aiutare alla soluzione del problema.

“Mi sto rivolgendo al sindaco di Firenze e ai colleghi dei piu’ grandi Comuni dell’area metropolitana – precisa Passaleva – per verificare l’esistenza di qualche soluzione operativa davanti a un bisogno cosi’ particolare e che, in ogni caso, ci interroga tutti sul vero significato di una societa’ ormai davvero multiculturale. Ma mi permetto anche di lanciare un appello ai privati cittadini”.

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