"La Toscana si presenta alla valutazione del patto di
stabilita' interno con un risultato ampiamente positivo, tale anche da
attenuare gli effetti penalizzanti del meccanismo statale di finanziamento
della spesa sanitaria". Lo ha detto stamani in consiglio regionale l'assessore
alle finanze Marco Montemagni, presentando una comunicazione sul
bilancio regionale e gli obblighi del Patto di stabilita', che lo Stato, con le
finanziarie 1999 e 2000, ha esteso al governo locale.
Al netto della spesa sanitaria - ha sottolineato Montemagni - si registra
infatti nel 1999 un saldo positivo di 230 miliardi contro i 146 del 1998.
La
variazione tra i due esercizi e' di 84 miliardi: ben 68 in piu' rispetto ai 16
necessari per conseguire i risultati attesi dal Patto. E proprio questo
risultato e scelte finanziare volte al sostegno degli investimenti, hanno
consentito di limitare gli effetti della spesa sanitaria sui risultati indicati dal
Patto, dando ai conti regionali il segno dell'affidabilita' e dell'oculatezza,
come testimoniano la certificazione di Moody's sui rendiconti dell'ultimo
biennio e le relazioni al Parlamento della Corte dei Conti sulla gestione
finanziaria delle Regioni.
Tra il 1998 e il 1999 il disavanzo della componente sanitaria della spesa e'
stato di 270 miliardi, rispetto a un peggioramento massimo consentito dai
parametri del Patto di 153 miliardi: 117 miliardi in piu' che, compensati dal
buon risultato sulla restante spesa - i gia' ricordati 68 miliardi - portano ad
un saldo finale di 49 miliardi.
Sono numeri su cui hanno influito
negativamente soprattutto le politiche di cassa del governo nazionale con
lo slittamento al 2000 dell'erogazione alle Regioni dei 4950 miliardi di
maggiore assegnazione al Fondo sanitario nazionale 1999 quale correttivo
per la sottostima del Fondo stesso: per la Toscana si tratta di 348 miliardi
che verranno incassati nel corso di quest'anno.
Grazie tuttavia al clima
positivo instauratosi tra governo e Regioni nel 1999, e' stato possibile
trovare soluzioni per l'assetto finanziario e organizzativo della sanita'
pubblica, chiarendo in particolare i reali fabbisogni finanziari necessari a
definire la situazione debitoria pregressa delle Asl , con la precisazione,
pero', che su quest'ultimo aspetto l'intervento diretto della Regione e'
concluso, mentre il governo deve ancora corrispondere la quota a suo
carico.
La Toscana conferma quindi in pieno la propria convinta adesione agli
impegni presi in tema di Patto di sabilita', ma considera inaccettabili metodi
di valutazione unilaterali, in una materia delicata come la finanza pubblica,
rivendicando parita' di ruoli nei confronti del governo nazionale.
Positiva in
questo senso e' la valutazione sui due tavoli di concertazione istituiti da
governo e Regioni sulle problematiche del Patto.
"Ci sono quindi tutti gli elementi - ha concluso Montemagni - per
guardare con fiducia al 2001, che sara' l'anno decisivo per avviare il
federalismo fiscale. Verra' istituito il Fondo perequativo, per garantire un
quadro di solidarieta' interregionale, e, con la sopressione di gran parte dei
trasferimenti erariali alle Regioni - compresi quelli vincolati della spesa
sanitaria - e la conseguente compartecipazione regionale all'Iva, avremo
poteri piu' ampi, sia di spesa che di entrata, che ci consentiranno di
impostare una vera e propria politica fiscale, il cui obiettivo sara' quello
dell'invarianza - o della riduzione - della pressione tributaria sui cittadini e
sulle imprese".
L'assessore ha infine ricordato quanto gia' ottenuto sia nel contenimento
della spesa corrente non obbligatoria - mantenuta nell'ultimo quinquennio
nel limite del tasso di inflazione programmata, anticipando autonomamente
proprio i principi che sono alla base del patto di stabilita' -, sia
nell'attuazione dei programmi comunitari, per i quali la Toscana, con 160
miliardi di propri cofinanziamenti, e' riuscita ad attivare 3332 miliardi di
investimenti, garantendosi 941 miliardi dallo Stato, 829 dall'Ue e 1402 da
privati e altri enti.
Un risultato non scontato, premiato in sede nazionale e comunitaria con il massimo trasferimento di risorse.