Una rappresentanza dei minatori del cantiere TAV del Carlone a colloquio venerdì pomeriggio col cardinale Silvano Piovanelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 giugno 2000 12:24
Una rappresentanza dei minatori del cantiere TAV del Carlone a colloquio venerdì pomeriggio col cardinale Silvano Piovanelli

Il Cardinale si è impegnato a cercare un dialogo coi sindacati dei lavoratori. Venerdì 16 alle 17, in Arcivescovado, il cardinale di Firenze Silvano Piovanelli ha ricevuto una rappresentanza dei minatori del cantiere TAV del Carlone, il primo aperto (nel luglio del '96) sulla tratta appenninica Alta Velocità Firenze-Bologna. Le maestranze, provenienti da Abruzzo, Campania, Calabria, Lucania, hanno espresso il loro ringraziamento al cardinale per l'omelia di Pasqua, in appoggio all'appello delle mogli che rivendicava un trattamento più umano nei cantieri, condizioni di lavoro meno defatiganti e l'abolizione del ciclo continuo.

Il delegato sindacale Pietro Mirabelli ha consegnato alcune fotografie che documentano le condizioni di abbandono di uno dei paesi di provenienza dei minatori, Pagliarelle, nel comune di Petilia Policastro, situato nella provincia più povera d'Italia, quella di Crotone. I lavoratori hanno consegnato al cardinale anche una lettera. "E' ancora un capitolo drammatico dell'antica "questione meridionale" quello che si sta consumando sotto l'Appennino tosco-emiliano, nel 2000, l'anno del Giubileo", si legge nella nuova richiesta inoltrata dai minatori all'unica autorità levatasi in loro difesa.

Il Sud, scrivono i lavoratori, "139 anni dopo l'unità d'Italia continua a perdere linfa, uomini e risorse", a causa di un modello di sviluppo squilibrato che "spreca quantità enormi di denaro pubblico in poche aree" e "abbandona in preda al sottosviluppo il sud, mettendo le maestranze in condizione di dover emigrare a centinaia di chilometri di distanza dalle famiglie, e di dover accettare condizioni di lavoro" caratterizzate da "infortuni, insufficienza dei requisiti di sicurezza, straordinari, stress, isolamento sociale".

A Pagliarelle, in Calabria, "nelle scuole ci sono 40 bambini per classe perché mancano le aule, nelle strade il manto d'asfalto è fatiscente, l'ospedale più vicino è dopo 50 chilometri di curve, non esistono strutture sportive, un solo elicottero esplica il servizio di eli-soccorso in tutta la regione". Quanto c'è di morale, si chiedono i lavoratori, in questa voragine di spesa addensata in poche decine di chilometri di territorio nazionale? "Non è forse, piuttosto, un "peccato contro lo Spirito" questa distribuzione così diseguale delle risorse, delle opportunità, dell'occupazione e delle tutele? A quali princìpi etici rispondono le carenze di garanzie sindacali e costituzionali?". Perciò le maestranze hanno chiesto al cardinale "di attivare tutti i canali possibili, anche nelle parrocchie e nelle sedi opportune del tessuto diocesano", affinché intorno alla vicenda dei lavoratori della TAV si promuova "un movimento ampio di solidarietà e di maturazione delle coscienze, che dichiari ad alta voce inaccettabile questo modello di sviluppo così lontano dalle esigenze dei lavoratori e dei cittadini ".

Il cardinale ha lasciato i lavoratori con un impegno importante: quello di sottoporre le loro richieste direttamente ai sindacati, dai quali i lavoratori del Carlone continuano ad aspettare segnali concreti di attenzione alle loro rivendicazioni. "Io vi posso promettere onestamente di parlarne", ha assicurato l'arcivescovo. E i lavoratori, nel rinnovargli la propria riconoscenza, oggi stesso hanno inviato all'arcivescovo un invito a visitare il loro cantiere e a celebrarvi Messa a beneficio dei lavoratori anche degli altri cantieri della tratta Alta Velocità Bologna-Firenze, che sono costretti a lavorare anche i sabati e le domeniche.
Questo forte richiamo è indirizzato anche alle autorità politiche, finora assenti da questo dramma che stanno vivendo gli operai.

E' un appello che pensa in particolare ai giovani che dovranno domani trovarsi di fronte a questo tipo di duro contratto.

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