Il caso "Alice": una riflessione di Idra sull'"Alta Velocità" a Sesto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2000 20:30
Il caso

Già due anni fa, alla Conferenza di servizi del 28 luglio '98 sull'Alta Velocità, l'Amministrazione di Sesto Fiorentino assumeva un preciso impegno, previa delibera del Consiglio Comunale: il trasferimento dell'Asilo Nido Alice in "una struttura prefabbricata idonea ad ospitare, per tutta l'intera durata dei lavori, le sezioni dell'asilo". Le cronache attestano che invece l'Asilo Nido Alice è sempre là, nonostante che i cantieri siano stati aperti a ottobre del '99: e da allora hanno impunemente disseminato polveri, smog e rumore sul Nido Alice.
"C'è voluta la mobilitazione dei genitori e dei cittadini per ottenere che le barriere anti rumore venissero rialzate -afferma un documento dell'all'Associazione di volontariato Idra- e che qualche rara misurazione del rumore venisse effettuata (per scoprire poi che i rumori erano, e come!, al di sopra del consentito).

Anche sulle deroghe ai limiti di rumorosità consentita, in un primo momento concesse con generosità, il Comune pare aver fatto retromarcia: ma questo non è stato sufficiente a impedire che i bambini ricevessero i danni pudicamente e tardivamente documentati dall'ARPAT. L'ASL ha avuto modo di confermare, nero su bianco, che il Nido Alice non doveva rimanere lì: ma sembra essere rimasto un ammonimento di carta. All'istanza formale di Idra per ottenere informazioni e spiegazioni il sindaco non ha ancora risposto.

Ha scritto invece una lettera ai genitori del Nido, l'8 maggio scorso, in cui riferisce sull'esito della riunione di sabato 6 maggio con assessori, CAVET e ARPAT. "Abbiamo concertato con i rappresentanti del Consorzio l'allontanamento dei lavori di scavo e di perforazione dalla struttura dell'asilo. L'impegno è che al massimo giovedì 11 i suddetti lavori verranno spostati ad almeno 150 metri dall'asilo, abbattendo così l'impatto della rumorosità. Oltre all'allontanamento, verranno presi altri accorgimenti quali la sostituzione di alcuni macchinari e l'attivazione anche di barriere antirumore mobili per le macchine allontanate".

Peccato che venerdì 12 maggio, dopo alcuni giorni di disagi - ci è stato riferito - persino intensificati, i genitori abbiano registrato che niente di sostanziale era cambiato. E che quella garanzia dei 150 metri di rispetto non compariva neppure nel testo dell'ordinanza del sindaco!
Si impone una riflessione, a questo punto.
Una riflessione sulla credibilità residua di questa Amministrazione.
Le conseguenze più preoccupanti che hanno prodotto in questi primi mesi di cantieri TAV le condotte del sindaco, dell'Istituzione e degli assessori competenti sono l'"incertezza del diritto" e la certezza del danno.

Da una parte abbiamo genitori e cittadini che non sanno più a cosa servono le delibere, gli "impegni" e le ordinanze. Dall'altra abbiamo la logica spietata dei caterpillar, che può dispiegarsi praticamente senza ostacoli là dove - se gli accordi non si osservano e i controlli si lesinano - appare vigere licenza di danno.
Ricordiamo che ancora oggi del monitoraggio delle polveri da parte dell'Agenzia pubblica di controllo (l'ARPAT) si parla e basta, mentre della verifica dei livelli di inquinamento chimico non si parla nemmeno.
Idra si domanda: quale autorevolezza deriva da tutto ciò a un sindaco e a un'Amministrazione che dovranno gestire nei prossimi mesi e anni un'opera dagli impatti assai più complessi e pesanti di questo primo e già terribile "assaggio"?
0uale affidabilità c'è da attendersi per il futuro, sulla base di queste premesse?
Ciò che Idra teme è, ancor più che il danno sanitario e ambientale, le conseguenze morali che possono derivare alle istituzioni da un protrarsi, nei confronti della cittadinanza, di condotte come quelle osservate in questi mesi.
Ciò che Idra più teme è che, insieme a quella per gli amministratori, possa svilupparsi una pericolosa disaffezione per le istituzioni democratiche nelle quali sono depositate le speranze legittime dei cittadini".

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