I monti della Calvana e l’Alta Val di Carigiola con i Monti delle Scalette si preparano a diventare aree protette

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 maggio 2000 22:56
I monti della Calvana e l’Alta Val di Carigiola con i Monti delle Scalette si preparano a diventare aree protette

Il consiglio provinciale di Prato ha approvato ieri pomeriggio la delibera dove si chiede alla giunta regionale di inserire le due zone nel terzo programma triennale delle aree protette. Le proposte sono state illustrate dall’assessore Nadia Baronti, a cui è affidata la delega specifica per le Aree protette e i Parchi naturali. A favore hanno votato Ds , Ppi e Democratici, contrari i consiglieri di An e di Rifondazione Comunista. I gruppi di Forza Italia e del Ccd (favorevole all’istituzione dell’Area del Carigiola, ma non a quella della Calvana) si sono astenuti.

“La Provincia di Prato con l’inserimento delle due nuove aree che vanno ad aggiungersi alla Riserva dell’Acquerino e all’Anpil del Monteferrato raggiunge una percentuale di territorio protetto pari al 28% che la porta ai primi posti, se non al primo, tra le province toscane “, ha sottolineato l’assessore Baronti. L’Area della Calvana, che avrà una superficie di circa 99 chilometri quadrati, ha conosciuto la colonizzazione degli Etruschi prima e dei Romani poi. Furono proprio gli Etruschi a realizzare le prime vie di mezzacosta che collegavano, con percorsi al riparo dalle alluvioni bisentine e dai miasmi della palude mugellana, le aree della Piana Firenze-Prato con il territorio bolognese.

Il paesaggio, le caratteristiche geomorfologiche, le caratteristiche della vegetazione e la nutrita presenza di animali fanno della Calvana un territorio degno della tutela. Da segnalare anche la presenza di piante e fiori rarissimi. Anche la Valle del Carigiola ha conosciuto la presenza dell’uomo sin dall’antichità. Fino al 1796 ha seguito i destini del feudo di Vernio. Questa area, che ha una superficie di circa mille ettari, è caratterizzata – secondi gli esperti – da un ambiente floristico – vegetazione di eccezionale interesse scientifico che merita la massima tutela.

Il consigliere Bettazzi, di An, ha contestato il ricorso ad esperti esterni alla Provincia per la redazione delle relazioni allegate alla delibera. Su questo argomento hanno sollevato perplessità anche il capogruppo del Ccd, Mencattini, e il consigliere di FI, Fiaschi.
Quest’ultimo ha annunciato l’astensione precisando di condividere “nella sostanza il provvedimento” ma di criticare il metodo con cui veniva posto in votazione. Sempre Bettazzi, per Il gruppo di An, ha annunciato il voto contrario anche sulla base dei risultati riscontrati fino ad oggi sulle due aree protette esistenti.

Il capogruppo di Rifondazione comunista, Gino Benvenuti, ha annunciato il voto contrario legato ai vincoli che si verrebbero a creare per i cacciatori e al mancato coinvolgimento delle associazioni venatorie nella gestione delle aree.
Il presidente della terza commissione consiliare, Ciro Becchimanzi (Ds), ha sottolineato l’impegno della stessa commissione che si è riunita tre volte per esaminare la proposta e ha messo in evidenza la necessità di coinvolgere le associazioni venatorie per la programmazione dell’attività nelle aree.

Anche il capogruppo dei Ds, Baldi, ha affermato la necessità di investire direttamente le associazioni venatorie delle problematiche delle due aree. Dal consigliere Ciolini, dei Democratici, è venuto un invito alla concretezza, rivolto alle amministrazioni locali, per la programmazione e la gestione delle aree protette e per il coinvolgimento delle associazioni venatorie e di volontariato.
Mencattini, per il Ccd, ha annunciato il parere favorevole all’istituzione dell’Area del Carigiola, mentre ha criticato la richiesta riguardante la Calvana che farebbe riferimento a un’area troppo vasta e sarebbe fondata su una insufficiente relazione tecnica.

Ciuoffo del Ppi ha messo in evidenza le caratteristiche e il valore storico e ambientale delle due aree sottolineando che il provvedimento va in direzione della piena tutela e della valorizzazione del territorio.

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