I problemi infrastrutturali della fascia costiera trascurati, secondo un documento dell’Unioncamere Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2000 13:02
I problemi infrastrutturali della fascia costiera trascurati, secondo un documento dell’Unioncamere Toscana

Il presidente del consiglio regionale Chiti si dice "assai sorpreso" alla lettura del documento, che "presenta un quadro a tinte fosche e deformate, non trova riscontri oggettivi ed evidenzia i problemi infrastrutturali senza tener conto della loro evoluzione". Secondo Chiti, gli studi dimostrano che l'area Pisa-Livorno e quella fiorentina hanno visto migliorare in modo significativo i livelli di accessibilità, grazie alla realizzazione della Firenze-Pisa-Livorno, al collegamento tra Autostrada e Aurelia, agli interventi per il porto di Livorno e per gli aeroporti di Pisa e Grosseto.

L'accordo quadro con il governo, ricorda ancora Chiti, prevede ulteriori interventi per la Due Mari e per i porti di Livorno, Piombino e Marina di Carrara.
Inoltre Chiti giudica "del tutto arbitrario far dipendere i problemi economici e dell'occupazione della costa esclusivamente dalle dotazioni infrastrutturali." Il presidente aggiunge che il dato del 14 per cento indicato come media della disoccupazione nell'area costiera e' fermo al 1998 e riferito solo alle province di Livorno e Massa-Carrara.

"Nel 1999 - scrive Chiti - a parità sostanziale di livello infrastrutturale, e' sceso all'11,5 a Massa-Carrara, all'11 a Livorno e al 9 a Grosseto". La causa prima della disoccupazione, secondo Chiti, va ricercata nella crisi negli anni Ottanta delle grandi industrie a partecipazione statale, "che ha richiesto un difficile processo di reindustrializzazione, di cui adesso si vedono i primi frutti: dallo sviluppo delle attività turistiche alla cantieristica, ai sistemi locali di piccola impresa".
Chiti sottolinea anche il fatto che il documento Unioncamere non dice nulla "sul problema del finanziamento delle opere e sulla necessità di coinvolgere i capitali privati": un problema tutt'altro che secondario, viste le limitate possibilità della finanza pubblica.

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