I Consorzi di bonifica devono essere trasformati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2000 13:45
I Consorzi di bonifica devono essere trasformati

Per il consiglio provinciale, infatti, la recente legge regionale n. 91/98 'Norme per la difesa del suolo' non affronta in materia minimamente adeguata il problema del riordino organico delle competenze e i problemi relativi ai consorzi di bonifica. Il quadro normativo regionale faceva riferimento alla legge regionale 34/94 che il consiglio provinciale ritiene superata e che per questo deve essere modificata: altre leggi regionali, infatti, attribuiscono agli enti territoriali i compiti di indirizzo e di programmazione in un quadro unitario delle politiche per la difesa del suolo (legge 91/95) con quelle per il governo del territorio (legge regionale 5/95).

La Regione dovrebbe promuovere verso il Parlamento un'azione per modificare le leggi nazionali in materia e individuare gli strumenti di gestione più idonei che prevedano la trasformazione dei Consorzi di bonifica in strutture operative territoriali preposte alla difesa idraulica del territorio, all'indispensabile azione di ripristino, gestione e manutenzione del reticolo idrografico minore (sempre più spesso causa di fenomeni di dissesto e allagamenti). Approvando con voti favorevoli della maggioranza e del Polo e con l'astensione di Rifondazione comunista un ordine del giorno presentato da Paolo Marcheschi ed Enrico Bertini di Forza Italia ed emendato su iniziativa di Gianni Gianassi (Ds), il consiglio provinciale invita la Regione Toscana a muoversi nella direzione di una trasformazione dei Consorzi di bonifica, tenendo conto del fatto che la Regione stessa ha assegnato nuove competenze ed operatività ai Consorzi già esistenti nel territorio della Provincia di Firenze, aumentando in modo considerevole il territorio di competenza, i compiti, gli impegni e le responsabilità di questi enti.
Peraltro la Regione ha classificato in terza categoria vari tratti di corsi d'acqua del territorio provinciale, attribuendo la manutenzione al Consorzio di bonifica dell'Area fiorentina, a quello delle colline del Chianti, alla Provincia di Firenze e alle Comunità montane del Mugello e della Montagna fiorentina.

"A fronte dell'importante e necessaria attività svolta dai Consorzi di bonifica - sostiene il consiglio provinciale - sono evidenti i grossi limiti e le contraddizioni che ne caratterizzano l'architettura e la normativa", a partire dalla natura del contributo di bonifica: paga chi riceve un beneficio dall'attività dell'Ente e non chi origina le situazioni di rischio idraulico ed eventuale danno; il tributo è dovuto solo quando il beneficio si traduce in un aumento del valore dell'immobile soggetto a tassazione.
Il sistema di elezione/rappresentanza degli organi istituzionali, inoltre, "di stampo corporativo, legato a lontani periodi storici", si sovrappone agli attuali sistemi elettivi di rappresentanza democratica e dei relativi livelli istituzionali.


La recente legge regionale n. 91/98 'Norme per la difesa del suolo' "non affronta in materia minimamente adeguata il problema del riordino organico delle competenze e i problemi relativi ai consorzi di bonifica". Più in generale, il quadro normativo regionale faceva riferimento alla legge regionale 34/94 che il consiglio provinciale ritiene superata e che per questo deve essere modificata: altre leggi regionali, infatti, attribuiscono agli enti territoriali i compiti di indirizzo e di programmazione in un quadro unitario delle politiche per la difesa del suolo (legge 91/95) con quelle per il governo del territorio (legge regionale 5/95).

La Regione dovrebbe promuovere verso il Parlamento un'azione per modificare le leggi nazionali in materia e individuare gli strumenti di gestione più idonei che prevedano la trasformazione dei Consorzi di bonifica in strutture operative territoriali preposte alla difesa idraulica del territorio, all'indispensabile azione di ripristino, gestione e manutenzione del reticolo idrografico minore (sempre più spesso causa di fenomeni di dissesto e allagamenti). Le strutture dovrebbero essere gestite dagli enti locali in forma associata, radicata sul territorio, in modo da unificare e ricomporre le funzioni in materia idraulica.
Per il consiglio provinciale il finanziamento di queste attività deve essere trovato attraverso la fiscalità generale in quanto la difesa del suolo è da individuare come interesse generale e quindi non riconducibile più ad un tributo speciale, come quello di Bonifica, che è "antistorico, inattuale, per molti versi inesigibile e iniquo e causa di innumerevoli contenziosi giuridici". Il consiglio provinciale invita anche il Presidente della Provincia e la giunta a fare pressione sulla Regione per l'attivazione di politiche per la riduzione del rischio idraulico e, nello specifico, per la gestione e manutenzione delle opere attraverso il reperimento di risorse economiche con il ricorso alla fiscalità generale e il concorso di tutti i livelli istituzionali.
Palazzo Medici Riccardi, infine, dovrà confermare quanto richiesto dalla giunta alla Regione a gennaio, cioè la stipula di un protocollo d'intesa tra le parti interessate che contenga: la costituzione di un aggiornato e dettagliato catasto delle opere idrauliche presenti nei bacini individuati; l'elaborazione del piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; l'individuazione di ulteriori interventi per la riduzione del rischio idraulico.
Il documento è stato illustrato al consiglio da Enrico Bertini (Forza Italia) che ha sottolineato l'esigenza, per i consorzi, di recuperare respiro sul piano finanziario.

D'accordo con lo spirito dell'ordine del giorno Gianni Gianassi che ha trovato "necessaria una riforma che estenda a tutto il territorio e a tutti i contribuenti l'onere e l'interesse per la bonifica". Ha quindi presentato un emendamento nella parte dispositiva del documento che è stato accolto favorevolmente dai proponenti. "Per i consorzi - ha detto Eugenio D'Amico, capogruppo di Rifondazione - vi vogliono gestori che facciano progetti e portino avanti un esercizio che non si sovrapponga a quello degli enti locali: i consorzi hanno fatto il loro tempo, andrebbe valorizzato il ruolo della Protezione civile".

Si è quindi innescata una polemica tra Rifondazione ed alcuni esponenti della maggioranza (Panerai, dei Ds, e Cantini, dei Democratici) sull'esperienza di Campi Bisenzio, relativamente alla nascita del centro commerciale 'I Gigli'. In direzione della stipula del protocollo di intesa - recepito nell'ordine del giorno - che valorizzi modelli di gestione per specifici bacini geografici, l'intervento dell'assessore all'urbanistica Luciana Cappelli.

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