A Pisa la mostra di Escher mostra Pisa

Inaugurata venerdì scorso a Palazzo Blu l’affascinante esposizione dell’artista olandese

Nicola
Nicola Novelli
16 ottobre 2017 09:27
A Pisa la mostra di Escher mostra Pisa
Fotografie di Miriam Curatolo

Pisa rende omaggio a un artista che rese omaggio a Pisa nel corso della sua vita creativa, in un gioco speculare che sarebbe piaciuto molto a Maurits Cornelis Escher. E’ stata inaugurata venerdì scorso, infatti, e resterà visitabile sino al 28 gennaio 2018, al Palazzo d’arte e cultura BLU la mostra "Escher", una rassegna dei capolavori dell’incisore olandese. Molte delle litografie, mezzetinte e incisioni esposte richiamano i motivi grafici tipici di ornati e arabeschi del Duomo di Pisa, che al tempo della Repubblica marinara era una delle porte europee verso la cultura mediorientale. Così a fianco delle creazioni di Escher si trovano in mostra anche frammenti marmorei a mosaico tratti dal complesso monumentale pisano, a documentare tematiche ricorrenti per la maturazione grafica di Escher, che l’artista ritrovò anche in visita all'Alhambra, il palazzo moresco di Granada.

L’esposizione pisana, realizzata da MondoMostre e Fondazione Palazzo Blu, con il contributo della Fondazione Pisa, e la collaborazione del Gemeentemuseum Den Haag, Arthemisia e M.C. Escher Foundation, è curata dal professor Stefano Zuffi, storico dell’arte esperto di M.C. Escher. La mostra si apre con alcune soluzioni espositive progettate dall'architetto Cesare Mari e accompagna il visitatore in un percorso supportato dall’uso delle tecnologie e della multimedialità, una delle caratteristiche delle esposizioni organizzate a Palazzo Blu.

La mostra ripercorre in particolare i lunghi dei soggiorni in Italia, tra scenari naturali e memorie artistiche che segnarono in modo profondo lo stile di Escher, rimasto stregato dalla bellezza del paese. Sbarcato a Genova nel 1922, all’età di 24 anni, Escher visitò Siena, dove eseguì le prime incisioni lignee di paesaggi naturali, panorami della città e di San Gimignano, del patrimonio e artistico e delle verdeggianti campagne. Nella primavera del 1923 Escher si trasferì in costiera amalfitana, dove rimase folgorato dalla plasticità della luce mediterranea e dalla commistione organica tra elementi naturali e architettura umana, oltre alla sovrapposizione di antiche vestigia greche, romane, e saracene con la povera edilizia delle case di pescatori ad Amalfi, Atrani e Ravello.

Un'orografia antropica, così «teatrale» quella della costiera, che prendeva vita quasi propria, in un gioco di specchi tra mondo animato e inanimato.

La relazione di Escher con l’Italia non finisce con una vacanza artistica. Anche grazie all’amore e al matrimonio, celebrato nel 1924 a Viareggio. Gli sposi Escher si stabilirono a Roma dove vissero per circa 10 anni, consentendo all’artista altre visite creative in Abruzzo, Campania e Sicilia. Ma il legame con Pisa non si limita ai soggiorni italiani. La città, oltre ad essere una delle culle dell’arte medievale di ascendenze orientali è anche -e forse non a caso- la capitale della matematica italiana (e oggi dell’Internet). E proprio le opere di Escher sono tra le più amate da fisici, logici e matematici, che vi apprezzano l’uso ricorrente di concetti scientifici, distorsioni geometriche, poliedri con forme paradossali.

Soprattutto le creazioni della maturità che tendono a presentare costruzioni impossibili, esplorazioni dell'infinito, tassellature del piano e dello spazio e panorami che mutano gradualmente in forme differenti. Un po’ come nelle “Carceri d'invenzione” di Giovanni Battista Piranesi, le incisioni dell’artista veneziano (1720-1778) di cui la mostra di Palazzo Blu espone alcuni esemplari, perché influenzarono l’arte moderna, il Surrealismo, e probabilmente lo stesso Escher.

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