Riappare in scena il "vecchio" Faust

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 1999 12:06
Riappare in scena il

E' al Teatro della Pergola sino a domenica "Il giovane Faust" da L'Urfaust di Goethe, con Giorgio Albertazzi e Massimo Venturiello per la regia di Maurizio Scaparro.
Nel 250° anniversario della nascita dell'artista tedesco, rivive il mito di Faust e Mefistofele che ha segnato l'eta moderna. Un mito ispirato ad un uomo realmente esistito, un medico, alchimista e playboy talmente all'avanguardia per il XV secolo tedesco da essere considerato servo del demonio. E che il furore preromantico del giovane Goethe, trasfigura in un "doppio", simbolo della contrapposizione interiore tra bene e male, del libero arbitrio che rode l'uomo in un lotta inesauribile tra desideri e missione esistenziale.

Un tema che molto ha segnato proprio la cultura germanica (si pensi a Wagner) alimentando forse i prodromi dei disastri del novecento.
L'età contemporanea, che in Occidente è figlia piuttosto dello scetticismo e della psicologia, finisce per rileggere il dramma strizzando l'occhio a Mefistofele, alla sua determinazione nell'animare i dubbi, sgominare certezze, concedere legittimità agli istinti.
Maurizio Scaparro da vita ad uno spettacolo su due registri, a metà strada tra moderno e contemporaneo.

Sul primo, quello del mistero e della tragicità classica si muove il Faust di Massimo Venturiello, anche per l'impostazione interpretativa dell'attore. Giorgio Albertazzi invece, troppo esperto del teatro moderno per crederci fino in fondo, preferisce sperimentare i toni della commedia, cercando le pieghe comiche di Mefistofele, più Lucignolo (nel senso di cattivo compagno) che demonio.
Chi volesse approfondire il tema, venerdì prossimo, ore 17.30, al saloncino del Teatro, trova il regista Massimo Castri a raccontare il suo modo di mettere in scena Faust.

A seguire la proiezione del video "Faust" diretto e interpretato da Gustav Gründgens nel 1960.
Per informazioni: 055/2631805-7-8

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