"Interventi per i popoli rom e sinti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 settembre 1999 20:15

Superare le disastrose realta' dei grandi campi - come l'Olmatello e il Poderaccio a Firenze - ingestibili per dimensioni ed impatto sociale, promuovendo, al loro posto, piccoli insediamenti e altre soluzioni abitative; sostenere gli enti locali nella gestione dell'accoglienza, superando ogni logica emergenziale, ma allo stesso tempo dotandosi di strumenti idonei di programmazione e reperimento delle risorse finanziarie; individuare un corretto equilibrio tra le esigenze d'integrazione di un popolo e la tutela della sua identita'.


Sono questi alcuni degli obiettivi che la giunta si e' posta approvando, su iniziativa dell'assessore alle politiche sociali, Simone Siliani, la proposta di legge "Interventi per i popoli rom e sinti", con cui la Toscana supera la precedente normativa, gia' fortemente innovativa nel panorama italiano, puntando ad un effettivo governo delle problematiche legate alla presenza sul territorio di comunita' "zingare".
"Con questa normativa - spiega Siliani - le amministrazioni comunali avranno a disposizione gli strumenti adeguati per risolvere in maniera civile un problema che comunque esiste, e che non puo' essere occultato o scaricato su altre amministrazioni.

E dico in maniera civile, perche' i grandi campi di civile non hanno niente. Con la nuova legge abbiamo imboccato definitivamente la strada della distribuzione sul territorio e dei piccoli insediamenti. Una scelta che ci mette in linea con le migliori soluzioni realizzate in Europa ma che in Toscana si e' gia' dimostrata valida con i primi interventi in questo senso, come a Firenze, nell'esperienza del Guarlone".
La nuova normativa sostituisce la precedente legge 73/1995; ridefinisce il profilo degli interventi, inscrivendoli all'interno dell'impianto programmatorio della 72/1997, ovvero della "legge quadro" regionale in materia di assistenza sociale; prevede insediamenti con una capacita' ricettiva non superiore alle sessanta persone e li collega agli strumenti urbanistici comunali; promuove iniziative di orientamento, formazione professionale e aiuto all'occupazione, tutela l'accesso ai servizi sociali, sanitari, scolastici ed educativi, punta a salvaguardare il patrimonio culturale e la lingua (il "romane'") dei Rom, e a valorizzarne le tipiche produzioni artigianali, favorendone la presenza a mostre e a mercati.


Spettera' alla Regione l'individuazione dei Comuni sede di accoglienza di rom e sinti, con una programmazione che andra' ad integrare, con efficacia prescrittiva, il Piano regionale di indirizzo territoriale. Per gli interventi finalizzati "alla residenzialita' e al transito" la legge attiva anche uno specifico canale di finanziamento, di cui le amministrazioni comunali potranno beneficiare purche' i progetti presentati (e finanziabili dalla Regione fino all'80 per cento) risultino immediatamente cantierabili.


La legge prevede "aree attrezzate per la residenza" che, di dimensioni contenute (il limite indicato e' appunto, di sessanta persone) siano "destinate ad accogliere preferibilmente famiglie allargate o piu' nuclei familiari legati da vincoli di parentela, di affinita' o di mutualita'" e siano localizzate "preferibilmente su terreni di proprieta' comunale o di altri enti pubblici", in modo da garantire "l'inserimento in contesti di vita attiva", a partire dalle necessarie relazioni con i servizi socio-sanitari e la rete degli istituti scolastici.

E tuttavia si indicano anche altre soluzioni abitative, come il recupero abitativo di edifici pubblici e privati.
La programmazione regionale indica anche i Comuni interessati alla "sosta breve", individuando precisi requisiti per le relative "aree attrezzate (relativi ad esempio alla fornitura di acqua ed elettricita', ai servizi igienici e di smaltimento rifiuti).
Oltre agli "interventi per la residenzialita' e il transito" la normativa disciplina le "attivita' per l'integrazione sociale", che, nell'ambito di quanto previsto dalla legge 72, saranno inserite nei Piani sociali di zona, con i relativi finanziamenti.

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