Alle porte del 2000 il

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 settembre 1999 00:10
Alle porte del 2000 il

Una vera e propria rivoluzione, questo attende il calcio nel suo futuro più anteriore, ovvero tra qualche anno. In effetti i cambiamenti che hanno investito la società di conseguenza non possono non ripercuotersi sullo sport più amato in Italia e anche nel mondo. Un tempo, la domenica degli anni ’70, c’era la partita di serie A e B in differita solo nel tardo pomeriggio, ora tra anticipi e posticipi, con dirette in digitale e non, è difficile non vederla. Ma quali e quanti sono questi cambiamenti in particolare in Italia ma anche in tutte le altre nazioni? Iniziamo dal nostro Paese notando che il maggior stravolgimento avviene ed è avvenuto nelle dirette televisive.

Stiamo andando verso stadi vuoti e salotti pieni. Perché? Il calcio è ormai una miniera di soldi(soprattutto se viene trasmesso in televisione visto l’audience riscosso e le relative possibilità economiche, ad esempio la pubblicità) lo hanno capito i massimi dirigenti che dirigono questo antico sport e i presidenti delle società. La nuova politica di tutti è questa; la gente deve guardare il calcio in televisione, costi quel che costi, ovvero stadi vuoti. Inutile negarlo, ai presidenti calcistici interessa il rientro monetario, ecco perché hanno venduto, contratti super miliardari, l’esclusiva delle proprie partite alle dirette televisive di D+ e Stream, le tv cavo e satellite.

Il fenomeno calcio ha raggiunto così proporzioni esagerate con ingaggi e acquisti dei giocatori a cifre esorbitanti, la rosa di una squadra, infatti, è aumentata quasi a 25 unità per i molteplici impegni nel corso dell’anno. Oramai con gli abbonamenti e gli incassi domenicali, un tempo ricchezza dei presidenti, è impossibile andare avanti( almeno per chi partecipa in serie A e B, visto che in C1 e C2 c’è un tetto per acquisti e ingaggi). Inoltre molto onerosi sono i prezzi dei biglietti per assistere ad un incontro di calcio, prezzi che non diminuiranno più perché maggiori accordi economici si faranno con le varie televisioni, più soldi entreranno alle società di calcio, ma accordi che poi devono essere supportati, per le varie emittenti televisive, da grandi ritorni economici, ovvero abbonamenti e pubblicità.

Questo il giuoco, lo scambio tra le due parti, e pertanto in tanti hanno interesse che il calcio sia visto esclusivamente in tv , per la buona pace dei romantici della palla rotonda quando una partita di calcio allo stadio era, ed è, un evento di un’emozione non ripetibile in televisione. Il secondo punto riguarda la rivoluzione e la guerra tra i massimi esponenti della Fifa, la federazione mondiale del calcio, e l’Uefa, la federazione europea di football. Quest’ultima spinta dal suo presidente, lo svedese Lennart Johansson, con l’avallo dei massimi esponenti delle più importanti società calcistiche d’Europa, chiede a più non posso un campionato di club continentale.

Un primo esperimento può essere la nuova Champions League di questa stagione. Addirittura questa potrebbe essere in futuro l’unico trofeo a rimanere, anche per la coppa Uefa sembra, infatti, che siano scattate le manovre per abolirla. E l’Uefa sta silenziosamente lavorando ad un altro clamoroso progetto, quello di crearsi una propria televisione, in maniera da poter gestire da sé le competizioni che organizza. A dimostrazione di ciò il recente accordo siglato con Eurosport, la tv digitale che trasmette 24 ore su 24 discipline sportive, per una sorta di partnership privilegiata( attualmente trasmette in esclusiva tutte le manifestazioni giovanili) che potrebbe diventare totale. Di rimando la Fifa, con il suo patron, lo svizzero Jospeh Blatter, ha risposto pensando, e non è solo un’idea, di organizzare i mondiali di calcio ogni due anni, perché le selezioni nazionali sono una fucina d’oro per i grandi sponsor, la Nike ad esempio "collabora", con grandi rientri economici, con il Brasile.

Inoltre Blatter per cercare di avere qualche simpatia dai grandi club internazionali , che non amano l’idea dei Mondiali ogni due anni, ha in progetto di portare le sostituzioni da tre a cinque, permettendo dunque alle società impegnate su più fronti di gestire meglio la numerosa rosa e di valorizzare alcuni onerosi acquisti. Insomma in pentola per il calcio, bollono tanti pensieri, che potrebbero cancellare in breve tempo antiche passioni. Attenzione commercializzare tutto, anche l’amore per un campionato e l’emozione di una vittoria, se appare immediatamente una buona mossa , in un futuro, poi non molto lontano, potrebbe essere la rovina della palla rotonda.

I "golpi" a lungo andare sono destinati a finire.

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