Cooperative, sociali, associazioni di volontariato, organizzazioni non governative pur rappresentando una componente sempre piu' rilevante dell'economia, difficilmente riescono ad accedere al credito e al mercato dei capitali. Sono questi i principali obiettivi di una "finanza etica" che all'estero, in paesi come la Germania, l'Olanda, la Svizzera, e' gia' da tempo organizzata in vere e proprie strutture bancarie
alternative a quelle tradizionali; e che in Italia, dallo scorso 8 marzo, può
contare sul primo istituto nazionale, con l'apertura degli sportelli della
Banca popolare etica: nata dalla volontà di 22 associazioni, quest'ultima
e' l'unica "public company" italiana nel settore del credito, conta su 13
mila soci (2 mila dei quali sono associazioni, cooperative ed enti locali),
ha gia' raccolto richieste di finanziamento per circa 20 miliardi, su progetti
di utilità sociale che, se selezionati, saranno sostenuti con prestiti "su
misura" a tassi convenienti.
"Anche la Regione Toscana - ha spiegato l'assessore alle politiche sociali
Simone Siliani nel presentare l'iniziativa - ha aderito a questa esperienza,
diventando socio del nuovo istituto.
Ma ha deciso anche di impegnarsi
ulteriormente nello sviluppo della finanza etica nella nostra regione,
tramite un progetto che si connota per i suoi aspetti formativi e per
l'obiettivo di creare occasioni di nuova occupazione in questo settore,
tramite la nascita di imprese cooperative di servizi finanziari". Il progetto
avrà durata biennale e punta alla creazione di un organismo che possa sia
agevolare la raccolta dei risparmi sul territorio toscano che svolgere le
istruttorie - sia tecniche che "etiche" - per gli investimenti dei soggetti del
terzo settore.
L'obiettivo sara' raggiunto attraverso un corso di formazione (20
partecipanti) che si svolgerà ad Arezzo nel periodo settembre-dicembre
1999, a cui seguirà la creazione di una cooperativa per il sostegno
finanziario e la consulenza alle imprese sociali, strettamente collegata con
Banca etica, per cui potrà curare anche la raccolta del risparmio e
l'impiego in loco dei capitali.
Per la cooperativa, che si prevede costituita da almeno 5 persone, si stima
un ritorno occupazionale, in prima battuta, di almeno altre 5 persone, che
sara' legato all'utilizzazione delle figure professionali innovative formate.
Ancora piu' sensibile, si prevede, l'impatto occupazionale nell'indotto,
creato dal maggiore flusso finanziario garantito nei confronti del terzo
settore. Il progetto ha un costo di 445 milioni. Ad esso si aggiunge un
progetto interregionale con l'Emilia Romagna, per altri 775 milioni.