Pochi posti negli asili nido e troppi bambini in lista di attesa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 1999 19:24
Pochi posti negli asili nido e troppi bambini in lista di attesa

E il costo elevato per il servizio copre solo la minima parte di una domanda in crescita esponenziale. La nuova legge su "Interventi educativi per infanzia e adolescenza" proposta dalla giunta e finanziata per il '99 con 14 miliardi e 500 milioni, dice basta a tutto questo e punta con decisione sull'ampliamento e, soprattutto, sulla diversificazione dell'offerta attraverso proposte del tutto nuove e originali che anticipano, pur essendo in perfetta sintonia, i contenuti del disegno di legge che il ministro degli affari sociali ha appena presentato al consiglio dei ministri.

Asilo nido di condominio, asilo a casa delle famiglie con bambini o a casa dell'educatore, buoni servizio per le famiglie che iscrivono i loro bambini nei nuovi nidi convenzionati con i Comuni, asili nido privati che agiscono direttamente sul mercato. E ancora, nidi a tempo corto e micronido, asili con orari flessibili, centri dove i piccoli possono restare, con o senza i loro genitori, anche per brevi periodi nel corso della giornata. Questo il ventaglio delle proposte destinate a rivoluzionare i tradizionali servizi all'infanzia nella nostra regione.

"Di fronte alla constatazione -spiega l'assessore all'istruzione Paolo Benesperi- che in Toscana i 201 nidi attualmente gestiti dai comuni offrono una risposta effettiva a meno del 10 per cento di coloro che ne hanno diritto, di fronte a un costo che si aggira sui 16 milioni annui per ognuno dei 7.520 iscritti (anche se il complesso dei servizi 0-3 anni offre risposte a 9.642 bambini, pari al 12,6% dell'utenza), era necessario un impegno propositivo straordinario. E così e' stato. I risultati delle sperimentazioni avviate già da anni in alcune zone della toscana e oggi a regime, il patrimonio anche culturale dei servizi all'infanzia maturato nei Comuni, ci hanno convinto che era necessario proseguire nella strada intrapresa per diversificare e rendere flessibile l'offerta, ridurre i costi, favorire la continuità educativa con la scuola materna e la partecipazione delle famiglie.

Il tutto nell'ottica di una qualità diffusa per tutte le tipologie di servizio". L'obiettivo numero uno e' quello di aumentare le opportunità per i piccoli utenti, anche attraverso la creazione di un mercato privato, fino ad oggi quasi inesistente nel settore della primissima infanzia. Tutto questo viene realizzato tenendo conto della necessita' di affiancare sempre, al carattere di accoglienza e di cura, l'aspetto educativo dei servizi. Il fulcro della legge sta nell'articolo 13, che descrive i "Servizi educativi complementari per la prima infanzia", il cui obiettivo, si afferma, e' quello "di ampliare l'azione dei nidi di infanzia, garantendo risposte flessibili e differenziate alle esigenze delle famiglie e dei bambini, attraverso soluzioni diversificate sul piano strutturale e organizzativo".

Tre le tipologie di servizio: servizi a carattere educativo e ludico per bambini da tre mesi a tre anni, con la presenza di genitori, nonni o baby sitter e il sostegno di operatori specializzati in centri appositamente organizzati; - servizi e progetti educativi e ludici per bambini da diciotto mesi a tre anni affidati a educatori per periodi anche temporanei e flessibili nel corso della giornata; servizi educativi e di cura sia presso il domicilio di famiglie con bambini sotto i tre anni (disponibili ad aggregarsi e mettere la propria casa a disposizione a nuove figure di educatori familiari), sia presso il domicilio dell'educatore.
L'altra novità della legge riguarda la creazione di un mercato privato nel settore della prima infanzia.

L'articolo 5 stabilisce che i Comuni (che si confermano come gli enti titolari della gestione dei servizi per l'infanzia) potranno autorizzare i privati alla creazione di nuovi servizi di carattere educativo e concedere l'accreditamento alle strutture che intendono convenzionarsi. I cittadini saranno autorizzati dai Comuni a usufruire dei servizi degli enti accreditati attraverso dei buoni-servizio. Accanto a questi resteranno, naturalmente, anche gli asili nido tradizionali, che verranno integrati con i micronidi (rivolti a un piccolo numero di utenti) e i nidi a tempo corto (con orario piu' breve rispetto al classico tempo pieno).

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