Approvato il Piano Strutturale del Comune di Bagno

Redazione Nove da Firenze
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09 marzo 1999 13:09
Approvato il Piano Strutturale del Comune di Bagno

Il Piano Strutturale del Comune di Bagno a Ripoli è conforme alle previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia. Lo ha stabilito il Consiglio provinciale che ieri sera ha dato via libera al nuovo strumento urbanistico con i voti favorevoli di PDS-DS e PPI, quelli contrari di A.N., F.I., CCD/CDU, Verdi e del consigliere Lazzeri e l'astensione dei Comunisti. Contestualmente il Consiglio ha anche preso posizione sulla correttezza delle procedure seguite dai tecnici della Provincia nell'esame del Piano Strutturale, messe in dubbio dalle opposizioni, approvando un ordine del giorno a firma del presidente della Commissione urbanistica, Gianluca Parrini, e del consigliere dei DS, Tiziano Lepri, che raccomanda che anche in futuro si proceda con analogo scrupolo nei confronto delle iniziative urbanistiche dei Comuni. E' stato invece respinto un ordine del giorno di Forza Italia nel quale, oltre a sostenere l'inadeguatezza del Piano Strutturale, si affermava l'irregolarità delle procedure seguite del Comune, che ha approvato il regolamento urbanistico senza aspettare la conclusione dell'iter del Piano, e si chiedeva alla Provincia di intervenire di conseguenza. "L'operato del Comune - ha detto esplicitamente nel corso del dibattito il vicepresidente ed assessore all'urbanistica Riccardo Conti "è stato assolutamente in conformità con il Piano Territoriale di Coordinamento.

Sono state registrate alcune difformità rispetto al quale il Comune ha risposto con adeguamenti o che hanno richiesto aggiustamenti marginali". Ecco invece le critiche. Per Alessandro Corsinovi, capogruppo del CCD/CDU, Bagno a Ripoli ha proceduto con scarsa trasparenza ed i cittadini non hanno potuto dire la loro. Risultato: non si è fatto nulla per impedire che il territorio di Bagno a Ripoli diventasse un dormitorio per Firenze, anzi si sono previsti nuovi insediamenti residenziali senza nuovi servizi, negozi e insediamenti produttivi.

Ricordando quelle che ha definito discutibili vicende edilizie del passato, e prendendosela con la magistratura che non le ha perseguite, Corsinovi ha invitato ad indagare su chi sono i proprietari dei terreni sui quali sorgeranno i nuovi insediamenti. "La programmazione provinciale è vanificata da scelte come quella di Bagno a Ripoli", ha sostenuto Giovanni Pallanti (CCD/CDU), per il quale a Bagno a Ripoli è prevalsa la logica speculativa con la conseguenza che si andrà ad edificare là dove la tutela dell'ambiente deve prevalere sul diritto alla casa. Aperto, per Piero Betti di A.N., il contrasto fra il Piano Strutturale e il Piano di Coordinamento, che di fatto dice che non si può costruire nulla.

Posizione sostenuta anche da Enrico Nistri, pure di A.N., che si è fatto interprete delle osservazioni di Italia Nostra, in particolare sul "deturpante" nuovo ponte sull'Arno previsto a Vallina e sulla qualità edilizia "da periferia urbana" indicata per le nuove residenze, chiedendo che le ragioni di un "patrimonio ambientale e architettonico unico al mondo" prevalgano su ogni altra considerazione. Mentre preoccupazione per il ruolo svolto dalla Provincia nei confronti dei Comuni è stata espressa da un terzo consigliere di A.N., Alessandro Giorgetti, per il quale il Piano Territoriale di Coordinamento è zoppo e inadeguato. Il rappresentante dei Verdi, Alberto Di Cintio, ha richiamato le critiche di Legambiente, WWF, Italia Nostra e comitati di cittadini, in particolare sulla previsione di 600 nuovi alloggi a fronte di una previsione di calo naturale demografico.

Ha contestato la previsione di un parcheggio "di cui non si sente l'utilità" in località Fonte delle Fate ed ha definito non convincenti le risposte avute sulle difformità con il Piano Territoriale di Coordinamento. "Bagno a Ripoli si comporta in modo strano", ha osservato illustrando l'ordine del giorno del suo gruppo Fabio Filippini di F.I., "e sembra voler essere il dormitorio di Firenze". Alla previsione di nuovi insediamenti non corrisponde quella di adeguate infrastrutture. Sandro Cocchi, del PCdI, ha motivato la sua astensione con la difficoltà di esprimersi dato il metodo seguito per l'esame del Piano. In favore della rispondenza del Piano di Bagno a Ripoli con la programmazione provinciale si è espresso Francesco Papafava, dei DS, che ha apertamente criticato la posizione del rappresentante dei Verdi in Provincia, Alberto Di Cintio, che fa parte della maggioranza e che è anche presidente della Commissione ambiente. Tiziano Lepri, anche lui dei DS, ha tentato di fare chiarezza sul ruolo della Provincia e quello del Comune.

"Abbiamo il potere di dire la nostra ma non quello di censurare un atto di un Comune se non contrasta con le scelte del Piano Territoriale di Coordinamento". La sostanza è che il Piano Strutturale è rispondente al Piano Territoriale, che il Comune ha apportato modifiche sulla base delle osservazioni della Provincia, che l'esame tecnico è stato corretto e preciso. "Una volta accertata la conformità del Piano Strutturale con il nostro Piano di Coordinamento - ha detto chiaramente nella sua replica il vicepresidente Conti - non sta alla Provincia entrare in scelte che appartengono alla soggettività del Comune".

A maggior ragione perché la Provincia non ha certo inteso, con la sua pianificazione, "ingessare il territorio". Molto netto il giudizio di Conti, sulle illazioni su presunte speculazioni edilizie: "Si è parlato di Bagno a Ripoli come se fosse un altro pianeta, che non esiste, con argomenti di cui non c'è traccia nel Piano Strutturale". Un po' d'ironia, infine, per le opposizioni sul Piano Territoriale di Coordinamento: osteggiato al momento dell'approvazione e ora portato come termine di paragone per criticare i Comuni.

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