Viola bruttissima, il Verona spreca ma risolve tutto il gol di Beltran

Dopo appena 40 secondi gli ospiti sbagliano un rigore, e collezionano tante palle gol. Fiorentina imprecisa e impacciata

Paolo
Paolo Pellegrini
17 dicembre 2023 19:26
Viola bruttissima, il Verona spreca ma risolve tutto il gol di Beltran
Foto Acf Fiorentina

Brutti, sporchi e cattivi ma vincenti. Certo, la dura legge del calcio funziona così. Ti crei almeno quattro palle-gol nitide, forse cinque, tra cui un rigore che sbagli dopo una manciata di secondi. Te la giochi e meriteresti di vincere contro una squadra che ha sì più del doppio dei due punti ma questo pomeriggio è in confusione totale, specialmente nel primo tempo non ne azzecca mezza (strano, le statistiche danno tuttavia precisione nei passaggi al 79 per cento…) e comunque va al tiro per la prima volta dopo ben 75 diconsi 75 minuti, e tra l’altro gioca in casa.

Eppure alla fine perdi. E’ l’incredibile destino del Verona al Franchi in uno splendido pomeriggio di dicembre: per la Fiorentina vista oggi, una delle più brutte della stagione se non la più indecente, sarebbe manna dal cielo anche il pari. Eppure sono i viola a mettere in carniere i tre punti e continuare una corsa che sembra improbabile ma resta possibile, numeri alla mano, verso zone olimpiche della classifica. E il Verona di Marco Baroni, con quei tre o quattro giocatori che Italiano (e con lui Kayode, Quarta, Biraghi eccetera) si sognerà nel peggiore degli incubi, a leccarsi ancora una volta le ferite, impaniato in una situazione sempre più pericolosa.

E non ti dico i commenti in tribuna, “scapoli e ammogliati giocano meglio” chiosa uno, “dovrebbero rimborsare i biglietti” sentenzia un altro, e poco dopo la prima mezz’ora s’era spazientita anche la Fiesole che pure non ha mai smesso di incitare, eppure un paio di bordate di fischi si sono sentiti.

Partita che conferma una cosina: con la Fiorentina di quest’anno i conti si fanno sempre al novantesimo. O anche oltre, vedi Coppitalia, insomma “quando arbitro fischia” tre volte. Ma fin lì, Čukarički a parte, sono stato spesso spaghettoni, e con qualche sugo amarognolo e bruciacchiato. E che anche col Verona – che bello sentire le tifoserie amiche solo a incitare senza offendersi – sarebbe stata una partita da incubo son bastati i primi 40 secondi per capirlo.

Quaranta secondi: Kayode (seratuccia, con Lazovic e anche Ngonge e anche Folorunsho) dà indietro a Terracciano, Folorunsho gli si avventa contro e il portiere lo falcia. L’arbitra Ferrieri Caputi non vede, ci vuole la chiamata Var: ma alla fine la sua risulterà un’altra direzione deludentissima, una delle cose più indecenti di una brutta partita, sempre lontana dall’azione, valutazioni anche banali completamente errate, cartellini a caso, certo gli assistenti l’aiutano poco, e ci vorrà il Var anche per dirle che Nzola, unica “perlina” di un’altra prova da dimenticare, l’aveva forse sfiorata con la mano prima di tirare e segnare.

Dunque, chiamata Var: sosta al video che nemmeno un pit-stop in Formula Uno tanto è evidente il fallo, rigore (e giallo a Terracciano). Sul dischetto Godzilla Djuric: tiretto, Terracciano respinge, capita lì però Suslov che ci prova, San Pietro ribatte ancora. Sarà la prima perla – vera, questa volta – di una collana che salverà il… didietro alla Viola a ripetizione, tante volte nel primo tempo ma qualcosa anche nel secondo.

E dunque, scampato pericolo, stai a vedere che, come insegna il Grande Saggio, dopo uno stranguglione del genere la Viola si piglia in mano subito il match. Peggio mi sento. I viola oggi in quel biancorosso un po’ stinto e bleso della nuova maglia si iscrivono a rotazione, uno dietro l’altro, al Club degli Imprecisi e Indecisi, resta solo da sapere a chi si fa fare il presidente perché oltre il mezzo campo arrivano rarissimi palloni giocabili, le fasce vanno poco, Minot Lopèz si danna a cercare di illuminarsi e illuminare ma non ha pagato la bolletta, il contorno a partire da dietro, salvo il buon Ranieri che comunque se la vede con il colosso Djuric, funziona ancora peggio.

Ah, poi c’è la trovata di buttar dentro da subito insieme Nzola e Beltran, il quale avrà il coraggio di dire ”mi piace giocare dietro di lui”, ma si capisce subito che non ci siamo, chissà perché, con l’angolano in vena delle sue peggiori serate, gol annullato a parte. Nulla, ma proprio nulla, e il Verona – che Baroni sistema praticamente a uomo per evidenziare magagne e lacune – viaggia spaventosamente verso l’area, ma c’è Pigliatutto Terracciano, e comunque Ngonge si mangia un bel bove sparandogli addosso.

Eppure era cominciato bene, il pomeriggio. Tifoserie amiche, e s’è detto. Premi a Martinez Quarta e al Grande Assente Nico Gonzalez per i 100 gettoni. La famiglia di Bruno Beatrice che regala al Viola Park quella maglia numero 6 che conobbe la vittoria in Coppa Italo-Inglese e in Coppa Italia tra il 1974 e il ’75. Nell’intervallo, sfilata con tanto di inno in mezzo al campo per la Compagnia di Babbo Natale: una quarantina in rappresentanza dei 280 soci della Onlus che solo l’anno passato ha distribuito 220mila euro in assegni, giocattoli, aiuti per le bollette e tanto altro a famiglie bisognose di Firenze, e anche allo stadio ha raccolto tra i circa 20mila presenti un gruzzoletto di 5.175 euro, complimenti alle tasche dei tifosi.

Intervallo che come al solito porta “carezze” a qualcuno e doccia subito a qualcun altro. Così Italiano decide di cambiare Lopèz e Nzola con Arthur (che tanto acciaccato poi non sembrerà) e Barak, e anche Sottil con Kouamé, e stai a vedere che l’infermeria si affolla perché anche Riccardino si tocchicciava un flessore a fine primo tempo… C’è più animo e più ordine ma non tanto. Tre immagini-emblema della serataccia, prima Ikoné che un attimo dopo aver sparato alto un buon pallone si esibisce in una delle performance preferite, corsa all’indietro palla al piede regalata agli avversari e sbrogliata da un’uscita di pugno di San Pietro; dopo, Quarta – poi sostituito un po’ meglio da Milenkovic – che dà indietro da lontano a Terracciano ma sparacchia in angolo.

Infine, Kouamé e Barak che si contendono a tocchetti sballati un pallone a mezzo campo: ma intanto la Viola era passata in vantaggio con la botta del Vikingo Beltran da centro area dopo una mischia in cui i viola avevano reclamato perfino un rigore per evidente tocco di mano, e miss Ferrieri Caputi in pieno marasma deve aver tirato un bel sospiro di sollievo indicando a braccio sicuro. Poi poco altro, magari se Kouamé quella palla l’allungava meglio a Beltran ci poteva scappare anche il raddoppio.

Ma sarebbe stato troppo.

Fin qui i fatti. Ora, con Nico rotto bene, Jack Bonaventura che comincia ad avvertire gli anni e qualche acciacchetto, Sottil con il muscoletto riacutizzato e tutto il resto delle lacune più che evidente mostrate a livello di prestazione dei singoli (ma Italiano l’avrà gradito davvero l’innesto di Maxime Lopèz?), ora c’è da guardare a gennaio. Perché la Conference va avanti, la Coppitalia anche, la classifica chiede continuità. Tocca a qualcun altro dimostrare che i proclami non siano solo parole. Amen, e arrivederci venerdì a Monza.

FIORENTINA-HELLAS VERONA 1-0

Rete: 80' Beltran

FIORENTINA: Terracciano P, Kayode, Martinez Quarta (dal 72' Milenkovic), Ranieri, Biraghi, Ikoné, Lopez (dal 46' Arthur), Mandragora (dall'86' Mina), Sottil (dal 46' Kouame), Beltran, Nzola (dal 46' Barak)

A disposizione: Vannucchi, Christensen, Bonaventura, Infantino, Parisi, Pierozzi, Amatucci, Brekalo

Allenatore: Vincenzo Italiano

HELLAS VERONA: Montipò, Tchatchoua, Magnani (dal 46' Amione), Hien, Terracciano F, Hongla, Folorunsho (dall'84' Mboula), Suslov (dal 62' Dawidowicz), Lazovic (dal 75' Saponara), Ngonge, Djuric (dal 62' Henry)

A disposizione: Berardi, Perilli, Doig, Cruz, Kallon, Serdar, Cabal, Coppola, Bonazzoli

Allenatore: Marco Baroni

Arbitro: Maria Sole Ferrieri Caputi (sez. AIA di Livorno)

Assistenti: Marco Bresmes (Sez. AIA di Bergamo), Alessandro Lo Cicero (Sez. AIA di Brescia)

Ammoniti: 2' Terracciano P, 36' Biraghi, 65' Barak, 67' Dawidowicz

Angoli: 6-1 Verona

Foto gallery
In evidenza