Bella la Viola di Coppa ma il margine per il ritorno è strettino

Un solo gol di vantaggio contro un'Atalanta dominata. Rete spettacolo di Mandragora, poi Carnesecchi fa i miracoli

Paolo
Paolo Pellegrini
03 aprile 2024 23:39
Bella la Viola di Coppa ma il margine per il ritorno è strettino
Foto Fabio Vanzi

Punto primo. L’Atalanta dovrebbe comprare Love, il monumento al dito medio di Maurizio Cattelan, e piazzarlo davanti all’ingresso del suo stadio. Perché è stato giusto quel polpastrello di Marco Carnesecchi (ricordate? Si diceva che piaceva anche ai viola…) a limitare il passivo a un solo gol, nella notte che ha visto la Viola tornare alla vittoria e a tratti anche a convincere, ma ne parliamo dopo. Quel polpastrello che ha deviato di un soffio, miracolosamente, il gran colpo di testa di Nico Gonzalez su pennellata di Parisi.

Punto secondo. Non solo quel polpastrello, tuttavia: siamo qui a lamentarci di un punteggio strettino in vista del match di ritorno perché nel giro di quattro minuti quattro, intorno all’ora di gioco, prima Nico imbeccato ancora da Parisi solo davanti al portiere gli ha sparato addosso, poi Ranieri su azione d’angolo ha incredibilmente prolungato fuori da un passo e mezzo una splendida sponda di Belotti.

Punto terzo. Diamo a Rolando quel che è di Rolando. Ci ha provato tante volte, Mandragora, in tutta la stagione, qualche volta ci è andato vicino, raramente l’ha anche messa dentro. Ma questa volta gli è riuscito il gran colpo. Suo, dopo mezz’ora, il gol che ha deciso la partita. E che gol. Se ne vedono pochi. Nico che ruba e difende palla e gliela appoggia in mezzo, a una venticinquina di metri dalla porta. Controllo e buuum, un euromissile terra aria di mezzo esterno mancino che gira appena verso l’esterno e va a sbattere nel palo sotto il sette e si infila in porta.

Franchi impazzito, i tifosi aspettavano un gesto tecnico così per esplodere, in una serata con tanti spunti. La maglia “100” a Ikoné per le cento presenze. I fiori di Percassi ad dell’Atalanta sulla poltroncina di Joe Barone. Striscione in Fiesole “Tanti auguri unico 10” con relativo coro, omaggio dovuto ai settant’anni compiti lunedì da Giancarlo Antognoni. Poi, già al 7’ del primo tempo parte il primo coro di sfottò – ce ne saranno diversi altri – contro Gasperini e i tifosi della Dea.

Quel gol, dunque, manda in brodo di giuggiole.

E Mandragora il boato lo merita tutto. Una gran serata, questa di un giocatore spesso discusso da tanta parte del tifo e anche dalla critica. Eppure, se è vero che aveva annusato il giro della Nazionale, è segno che qualcosa di buono c’era. E contro l’Atalanta l’ha messo in mostra. Diga da solo davanti alla difesa: l’altra metà della mediana, Jack Bonaventura, faceva il suo dovunque per il campo, un gigante su tutte le palle a pensare, muovere, spingere, chiudere. Diga, e anche portatore di palla all’occorrenza. C’era Luciano Spalletti, in tribuna: chissà se aveva da vedere anche lui. Biraghi no perché è rimasto in panca, magari Bonaventura e poi lo stesso Carnesecchi e Scamacca, forse Kayode e Ranieri, e perché no Belotti – visto il poco che combinano le punte azzurre, hai visto mai – e perché no anche Mandragora, anche se il taccuino è pieno di centrocampisti…

Bella partita, sento dire. Chissà, forse dopo la prima mezz’oretta. Di studio, diranno i soliti bravi. Di sonno, vorrei rispondere. Poi la Viola parte, un po’ come contro la Lazio: ha cominciato a giocare, è andata avanti talvolta a pallonate nel vuoto pneumatico, e qualche volta a partenze con il freno tirato, leziose e faticose, per non avere mezza idea di movimenti e appoggi nei propri tre quarti, del resto è così: Milenkovic che a me è parso semmai assai Malinkonic non ha gran piede, Kayode sgroppa bene in avanti e pure lui come il collega serbo si fa vedere in belle chiusure ma con il pallone tra i piedi a ripartire è un mezzo dramma, rischia almeno tre volte di far danni seri e se ne accorge pure tanto da limitarsi negli appoggi, ribadisco, sul ragazzo ci si deve contare e tanto, ma ci si deve anche lavorare, e tanto; così resta Ranieri là dietro il più sicuro in entrambe le fasi, talmente tanto che sul finale gli prenderanno pure i crampi.

Anche se la coscienza resta macchiata da quel “bove”…

Poi, però, le folate. Le fiammate. Gli scatti improvvisi, le giocate precise, certo un po’ favorite anche dall’Atalanta, che è messa strana, non ha boa perché Lookman non fa la punta centrale avanzata e Koopmainers deve braccare Bonaventura mentre Miranchuk non pare in gran serata, poi scompare dopo il giallo alla mezz’ora. Il primo dopo il decimo fallo dei nerazzurri in bianco, gran picchiatori, a essere graziato è soprattutto De Roon che invece di finire sotto la doccia anzitempo rimedierà un cartellino solo dopo 78’ ma per proteste, del resto l’arbitro Mariani è uno dei peggiori in campo, gestisce male appunto i cartellini, incredibile il giallo a Kouame per un fallo di gioco assolutamente non pericoloso, incredibili i tre-quattro falli non visti… Insomma, la Fiorentina prende coraggio e si fa vedere, e avanza il baricentro anche quando, nella ripresa, l’Atalanta si fa più sotto e Terracciano deve sfoderare due deviazioni e una uscita da par suo su Scamacca intanto messo dentro da Gritti insieme a Ederson e poi a Traoré, e la differenza si vede, anche per il fallaccio su Milenkovic che meritava ben altro colore.

Eppure come si è detto è la Viola che mostra le cose migliori, e rischia di arrotondare il bottino. Come sarebbe stato giusto. Ma tant’è. Comunque al ritorno partirà da un gradino di vantaggio, è tutta da giocare. Anche se in mezzo c’è la visita alla Juve domenica, poi il doppio impegno dei quarti di Conference. Tanta roba, c’è da soffrire. Ma sennò, che Viola sarebbe.

Il gol: 31', Nico Gonzalez ruba palla su una respinta della difesa, si accentra e appoggia a Mandragora che controlla e spara una gran bordata da 25 metri verso la destra di Carnesecchi sotto il sette, palo e gol

Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Kayode, Milenkovic, Ranieri, Parisi; Mandragora, Bonaventura; Nico Gonzalez, Beltran (78’ Arthur), Kouame; Belotti (85’ Ikoné). All. Italiano

Atalanta (3-4-1-2): Carnesecchi; Djimsiti, Hien, Kolasinac; Holm (88’ Hateboer), De Roon, Pasalic (46’ Ederson), Ruggeri (60’ Bakker); Koopmeiners; Miranchuk (46’ Scamacca), Lookman (77’ Touré). All. Gritti

Arbitro: Mariani di Aprilia; assistenti Berti-Scatragli; quarto ufficiale Sacchi; Var Marini-Sozza

Note: ammoniti: 29’ Miranchuk, 55’ Mandragora, 78’ De Roon, 81’ Kouamé, 90’ Scamacca. Angoli 9-3 Fiorentina; spettatori 21.560

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